Editoriale: Il Taranto di Giove non piace più...
Taranto-Sorrento: 239 biglietti venduti. In altri tempi, con la squadra imbattuta, seconda in classifica e a un sol punto dalla vetta, i 1000 tagliandi messi a disposizione sarebbero stati polverizzati in poco più di un'ora. Questi numeri, decisamente negativi, certificano la frattura insanabile tra l'attuale società e buona parte di una tifoseria, stanca e spossata da una mediocrità che da dieci anni a questa parte avvolge il calcio tarantino. Chi non vuole guardare in faccia questa dura realtà attribuisce responsabilità a chi non ne ha: tifoseria stessa e stampa. Che colpe si possono addossare a tifosi e giornalisti se da quando Massimo Giove è al timone del club il Taranto fallisce miseramente la promozione non raggiungendo nemmeno il secondo posto? Non sappiamo come andrà a finire questa stagione, ma tra lo scetticismo e il disamore della gente cosa si spera di ottenere? Perché Massimo Giove resta ancorato alla poltrona di presidente quando quasi tutta la piazza non è più disposta a concedergli ulteriore fiducia? Veramente non riusciamo a comprendere questa ostinazione, ma il Taranto ora è di sua proprietà e nessuno può "togliergli il giocattolino" dalle mani. Tantomeno Blunote, che rischia la denuncia per estorsione. Però, la distanza netta tra lui e la città è evidente e certificata dai numeri. Qualcuno potrebbe, giustamente, sollevare un dubbio: se Giove decidesse di andarsene, il club fallirebbe perché nessuno è in fila per acquistarlo. Potremmo rispondere così: il Taranto non è mai stato ufficialmente in vendita, con tanto di comunicato ufficiale e un'apposita pec per le manifestazioni di interesse. In passato, Giove ha dichiarato di essere pronto a farsi da parte, ma solo a parole, non c'è mai stata la reale volontà di passare la mano. Frasi di circostanza, buttate lì giusto per... Il Taranto di oggi potrebbe non avere appeal per la massa debitoria, che supererebbe il milione di euro, e per le vicende giudiziarie che purtroppo hanno colpito lo stesso Giove (ci auguriamo per l'uomo che possa dimostrare tutta la sua innocenza). Eppure, di soggetti pronti a investire nel calcio tarantino ce ne sono: ricordiamo Renè De Picciotto, Nicola Canonico, Gruppo Ferretti, Gigi Blasi. Insomma, Taranto città merita molto di più, siamo stufi di questa mediocrità calcistica e non ci vogliamo assuefare.