Taranto: Una Strada Diversa, ‘Giù le mani dalle bonifiche’
L'anno 2022 parte con due notizie inquietanti sulla questione ILVA che ci impongono immediatamente, sia come movimento politico Una Strada Diversa, che come invito a tutto il centrosinistra locale, una presa di posizione ferma ed incisiva. Il decreto "milleproroghe", pubblicato a fine anno sulla “Gazzetta Ufficiale”, sposta le risorse economiche destinate ad Ilva in AS (risorse rinvenienti dal sequestro ai Riva) e finalizzate ad interventi di bonifica del suolo e della falda, ad Acciaierie d’Italia per interventi legati all'ammodernamento degli impianti di produzione. Una operazione che, oltre a trasformare Ilva in AS in una scatola vuota (con buona pace degli operai che speravano di tornare a lavorare proprio attraverso gli interventi di bonifica), scippa fondi importanti a quegli interventi di bonifica, necessari ad evitare ulteriore inquinamento e disastri ambientali nel nostro territorio. Un atto grave, che va assolutamente fermato e corretto durante l’iter parlamentare di conversione in legge del decreto milleproroghe. Come se non bastasse, veniamo a conoscenza, attraverso una denuncia pubblica di Alessandro Marescotti, della contestazione da parte di ACCIAIERIE DI ITALIA della Valutazione Danno Sanitario (VDS) che aveva accertato un rischio cancerogeno inaccettabile derivante dalle emissioni dello stabilimento. Una contestazione propedeutica alla richiesta, sempre da parte di Acciaierie, di revisionare la VDS per evitare che i risultati in essa contenuti possano portare al riesame in senso restrittivo dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), come richiesto dal Sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. Tra le altre cose, proprio in un momento storico in cui, a causa dello scioglimento del Consiglio comunale di Taranto provocato dalle dimissioni contemporanee di 17 consiglieri, la voce critica del Sindaco Melucci è stata sostituita da quella del Commissario Prefettizio, che il giorno del suo insediamento ha dichiarato, sulla questione ex Ilva, che “pensare che un'amministrazione locale debba entrare in conflitto con lo Stato significa non conoscere le regole della democrazia". Insomma, un vero e proprio ulteriore attacco al diritto alla salute della nostra comunità a favore della produzione a tutti i costi. Un attacco che ci auguriamo trovi immediatamente la ferma opposizione di tutte le forze del centrosinistra locale, che non possono più tollerare che Taranto sia sacrificata per interessi economici nazionali. (CS)