Taranto: Cisl su porto, ‘Farraginosità norme italiane complicano vita economica imprese’
Tra i compiti che l’Europa ha ascritto al nostro Paese c’è lo snellimento burocratico, perché non venga sprecata l’occasione del PNRR che prevede, tra l’altro, l’attuazione di “Riforme abilitanti, ovvero gli interventi funzionali a garantire l’attuazione del Piano e in generale a rimuovere gli ostacoli amministrativi, regolatori e procedurali che condizionano le attività economiche e la qualità dei servizi erogati…”. Quanto accaduto a Taranto con l’Ordinanza della Provincia del 5 agosto che, in risposta al quesito di un’impresa addetta ai servizi portuali avanzato nel lontano 2017, ha subordinato la prosecuzione delle attività “all’autorizzazione alle emissioni in atmosfera per movimentazione di materiali polverulenti alla rinfusa in ambito portuale” di cui all’art.269 del D.Lgs. n.152 del 2006, creando così nocumento alle restanti imprese e, di fatto, anche ai rispettivi lavoratori dipendenti, è esattamente la testimonianza di come la farraginosità di moltissime norme e leggi italiane anziché facilitare la vita economica la complicano a dismisura. Tale paradosso è stato da noi fatto risaltare nel corso dell’incontro convocato il 24 agosto u.s. dalla stessa Provincia che, nonostante il decorso di ben quattro anni, decide oggi di rinviare ad interpretazioni e decisioni di altri Enti preposti, dal Ministero della Transizione Ecologica (MITE) al Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS) alla Regione Puglia la quale, peraltro, ha da tempo delegato le competenze in materia proprio alle Province. Abbiamo, oltretutto, ribadito nella stessa sede come tale ennesimo esempio di mancata semplicità e chiarezza amministrativa si conferma in netto contrasto con l’esigenza di snellimento della burocrazia specie in settori, come quello portuale, in fase di sviluppo e quindi nevralgico per l’economia del territorio ionico e del Paese. E ciò senza nulla togliere alle difficoltà amministrative di chi oggi si trova a dover rispondere a quesiti che, invece, avrebbero meritato a suo tempo ben altra attenzione con relativa, immediata assunzione di responsabilità. Si è preso, poi,atto che la Provincia di Taranto già in data 11 agosto ha provveduto a interessare della questione l’UPI (Unione Italiane Province) e, suo tramite, tutte le Autorità competenti in materia,al fine di trovare una immediata soluzione che possa finalmente fare chiarezza su una tematica che interessa tutti i porti d’Italia. Nel corso dell’incontro, come Cisl, abbiamo anche espresso perplessità in merito alla necessità che,da parte delle imprese impegnate in tali attività portuali, ai sensi dell’ex art. 16 della L. 84/94 venga acquisita l’autorizzazione in questione. Ciò in quanto tali imprese non risultano titolari di concessione demaniale che riserverebbe, alle stesse, l’utilizzo in modo stabile ed esclusivo delle banchine su cui operano;condizione che - senza entrare nel merito della interpretazione delle norme, non di nostra competenza - sarebbe, invece, prevista dalla norma richiamata nel citato provvedimento. Abbiamo, inoltre, sollecitato provvedimenti urgenti per addivenire a una soluzione dirimente dell’intera problematica, attraverso un percorso condiviso che veda partecipe il sindacato di ogni singola decisione, nell’interesse anche di tutti i lavoratori interessati. Al contempo, abbiamo provveduto ad investire della questione i nostri livelli regionali e nazionali, al fine di intervenire nei confronti dei rispettivi livelli istituzionali per velocizzare il chiarimento richiesto. (Gianfranco Solazzo, Segretario Generale CISL Taranto Brindisi)