Leone: ‘Stage abbandonati, i giovani non vogliono lavorare o c’è sfruttamento’
‘Serve una vera riforma sul lavoro’
BOOM di dimissioni volontarie da parte dei giovani. Eh si! Non ci sono più i giovani di una volta! Quelli che accettavano di fare lavori faticosi per 3€ all'ora, straordinari non pagati. Disposti a lavorare 12-14 ore al giorno per un fisso in nero. Quelli che andavano a fare stage a 450€ al mese ma con lo stesso carico di lavoro dei loro colleghi con contratto a tempo indeterminato. Quelli disposti a lavorare in cambio di visibilità, mica vile denaro! Dove sono finiti i veri valori? FORSE i giovani di oggi sono i figli dei primi precari, della generazione 1000 euro, dei CO.CO.PRO. Hanno visto i loro genitori annaspare e hanno deciso che, forse, non ne vale la pena! HANNO RAGIONE LORO! Almeno 1/5 una volta ha avuto un sintomo legato al burnout:
- sensazione di sfinimento;
- calo dell’efficienza lavorativa;
- aumento del distacco mentale;
- cinismo rispetto al lavoro.
Fenomeno questo aggravato anche dalla pandemia, dove chi ha avuto uno slancio di produttività nei primi mesi del Covid ora vede le proprie energie esaurirsi. Il benessere psicologico è importante, come rileva la ricerca, soprattutto per i giovani, i quali preferiscono lasciare il lavoro nonostante i bassi stipendi e la precarietà piuttosto che sottoporsi a una sofferenza psicologica. C’è un cambio di mentalità evidente. I giovani non si accontentano più del primo lavoro che capita, cercano un contesto che possa essere accogliente, anche dal punto di vista etico, della sostenibilità e della responsabilità sociale. Le aziende devono adeguarsi al nuovo paradigma non solo per attrarre i giovani talenti, ma anche per trattenerli. Le aziende, le imprese e gli imprenditori che hanno basato il loro successo sulla disperazione degli altri meritano di chiudere. Uno dopo l'altro. Serve una vera riforma sul lavoro. (Comunicato stampa Giulio Leone, PSI Taranto)