Equipaggio Salpiamo
Equipaggio Salpiamo

TARANTO – Sarà una domenica speciale quella del 27 aprile per un gruppo di ragazzi seguiti dall’Ufficio Servizio Sociale Minorenni del Ministero della Giustizia (USMM), che per la prima volta prenderanno parte a una regata velica ufficiale nel Mar Jonio grazie all’impegno dell’associazione tarantina ETS-APS Salpiamo.

L’imbarcazione dell’associazione parteciperà alla “Taranto Argonauti Race – Regata dei Delfini”, prova del campionato invernale di vela d’altura “Città di Taranto”, su un percorso di circa 22 miglia che partirà dal porto della città e arriverà fino al Porto degli Argonauti di Pisticci.

In equipaggio ci saranno anche i giovani coinvolti nel progetto “Mare Dentro”, già protagonisti in passato di laboratori velici e attività marinaresche promosse da Salpiamo. Questa volta, però, si tratta del loro debutto in gara, in una veleggiata classificata tra le regate lunghe, che metterà alla prova il gruppo in un’esperienza sportiva intensa e impegnativa, stimata tra le 5 e le 6 ore di navigazione continuativa.

“Per la prima volta gareggerà un equipaggio tarantino che comprende atleti, ragazzi in carico all’USMM e uno psicologo dell’associazione”, ha dichiarato Giovanni De Pasquale, vicepresidente di Salpiamo, ringraziando il Distretto 2120 del Rotary International di Taranto per il sostegno all’iniziativa.

La regata inizialmente prevedeva due tappe, ma quella di sabato 26 aprile è stata annullata per il lutto nazionale indetto in occasione delle esequie di Papa Francesco.

“È emozionante vedere questi ragazzi passare dall’esperienza laboratoriale a una vera impresa sportiva”, ha aggiunto De Pasquale. “Al di là del risultato, il loro impegno è già una vittoria.”

L’esperienza della vela si conferma per Salpiamo uno strumento educativo potente, che insegna regole, convivenza, responsabilità e rispetto reciproco. Navigare insieme in spazi ridotti, condividere compiti, affidarsi agli altri per proseguire il viaggio: tutti elementi che diventano esperienze concrete di crescita personale e integrazione sociale.

La barca diventa così una comunità educante galleggiante, in cui i giovani imparano a vivere secondo principi di legalità e fiducia, riscoprendo un legame con il proprio futuro attraverso lo sport e il mare.