Taranto: Regia operativa per una nuova archeologia urbana della città
Ormai credo sia chiaro a tutti che siamo nel bel mezzo di una rivoluzione culturale. Il processo è iniziato dopo mesi di lavoro negli uffici, nei cantieri, tra i vicoli, riprendendo a costruire la città sullo stile di una politica antica, fondata sull’ascolto e sulla conoscenza. In questa visione nuova, innescata dal lavoro di fine allineamento del sindaco Rinaldo Melucci tra coloro che compongono la sua squadra - nel solo interesse di riportare Taranto nelle discussioni di respiro nazionale e internazionale e nella consapevolezza di rendere questa città e il suo mare attrattivi con ricadute immediate e oggettive sul tessuto sociale economico - si inserisce un ragionamento sul tema forse più caro al sottoscritto per inclinazione e passione, nonché per delega ricevuta: la cultura. Da giorni seguo con grande interesse il dibattito sui temi dell’archeologia abbracciato da diverse testate e portatori di interesse. C’è un mondo che ci è stato donato in eredità e con il quale abbiamo preso confidenza sin dai primissimi passi compiuti nelle vie di Taranto. Abbiamo familiarità con le Colonne Doriche. È ormai parte del nostro patrimonio anche scolastico il percorso museale. Da sempre, chi più chi meno, siamo tutti interessati al dibattito sull’Anfiteatro di Taranto e sulla sua estensione che, ahinoi, con la speculazione urbanistica dei primi del ‘900 è stato irrimediabilmente relegato ad essere parte delle fondamenta della città nuova. Ipogei e Tombe. Chiostri di rara bellezza. La pavimentazione romana sotterrata dopo gli scavi della Soprintendenza sotto il pavimento di asfalto della Villa Peripato. Ciò che normalmente provoca sussulto quando si viaggia in giro per il mondo alla scoperta delle antiche vestigia delle città con origini classiche, nel tarantino medio è diventata una sorta di abitudine nel migliore dei casi scontata, nel peggiore - e troppo spesso - seppellita e dimenticata. Il dibattito in corso, però, è il segno di un risveglio nell’interesse comune che fornisce a noi amministratori una nuova opportunità, quella di diventare il centro di promozione di una nuova visione in linea con il resto del lavoro che questa Amministrazione Comunale sta svolgendo con l’intento di costruire tutti insieme una nuova archeologia urbana, figlia delle origini classiche di Taranto. Trasformare l’abitudine in orgoglio e riesumare la storia sepolta: sono questi gli obiettivi a cui dobbiamo puntare. Superiamo, allora, il concetto “ognuno sia speranza di se stesso” di virgiliana memoria e proviamo a fare della speranza del singolo un progetto comune che ci veda tutti insieme impegnati a disegnare la nuova archeologia urbana di Taranto. L’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Melucci sta lavorando per la creazione di un Distretto dell’Innovazione Tecnologica, porteremo avanti e rafforzeremo i temi di Taranto Capitale della Cultura, abbiamo già promosso degli incontri e con l’assessorato alle Attività produttive promuoviamo le start up che permettano ai giovani di non lasciare più la nostra città, creando loro valide alternative. Mi sembra questo il momento più adatto per mettere a sistema le conoscenze e le competenze in materia di archeologia, per scrivere insieme, ciascuno per le proprie competenze, le nuove fondamenta per una Taranto archeologica. Il Comune si fa dunque promotore di una regia operativa che mette in rete conoscenze e competenze e sarà proprio l’Assessorato alla Cultura il fulcro di questa nuova visione e programmazione. All’indirizzo [email protected] sarà possibile inviare la richiesta per partecipare alla regia operativa. (Fabiano Marti, Assessore alla Cultura e allo Sport del Comune di Taranto)