Vibonese: Pensiero Campilongo, "Taranto in D dal 22 marzo"

TARANTO
Redazione
30.04.2017 16:40

Sasà Campilongo si leva qualche sassolino dalla scarpa nel dopo partita. Il tecnico della Vibonese, incalzato sul suo esonero dello scorso anno qui a Taranto, non manca di criticare il club per il suo esonero. L'attacco è naturalmente sulla partita odierna. «Abbiamo colto una vittoria importante, meritata, senza rischiare mai. Sicuramente abbiamo approfittato di una squadra che aveva un solo risultato a disposizione, capisco il Taranto, era difficile psicologicamente per questi ragazzi giocare con l’ausilio della vittoria».

EPISODI. «Sul rigore non ci sono tanti dubbi, l'arbitro penso che abbia visto bene. Sul raddoppio, sono convinto che Boccadamo abbia tenuto Bubas in gioco sul lancio da centrocampo».

VENDETTA. «Non sono venuto a Taranto animato da spirito divendetta, non sono un giustiziere. Ho fatto il mio lavoro da professionista, sono stato chiamato a gennaio per rimediare ad una situazione di classifica difficile e sto cercando di portarla nelle migliori condizioni ai playout. L’unica cosa che tengo a dire è che non sempre la colpa degli allenatori quando si fallisce…».

RESPONSABILITÀ. Sulla scorsa stagione, Campilongo è diretto: «Nel calcio le cose funzionano quando tutte le componenti girano per il verso giusto. Un allenatore  deve essere supportato dalla società e se non c’è supporto deve avere la squadra dalla sua parte». 

AGGRESSIONE. Sull'episodio del 22 marzo, Campilongo dice la sua: «Io credo che il Taranto abbia risentito di quell’episodio.  I giocatori possono avere colpe quando i risultati non vengono, ma non sono quelli i metodi per tentare di rialzare una squadra. Ho grande rispetto per Ciullo, ha fatto in quattro partite grandi cose e sono convinto che il Taranto non sia così scarso. Certi episodi pesano sui calciatori. Non voglio dare giustificazioni, né dare colpa  ai tifosi. Ma voglio dire che una società deve essere brava a stare vicina ai calciatori….».

CERTIFICATO MEDICO. «La mia assenza dello scorso anno? Quando un allenatore viene minacciato non può operare in tranquillità. Ricordo che ho avuto una squalifica per essere statocostretto ad andare sotto la tribuna dei tifosi a Francavilla Fontana…». 

PARAGONI. «A Vibo abbiamo una grandissima società che fa lavorare i calciatori e gli allenatori in tutta serenità. Abbiamo anchenoi subito una contestazione, in maniera pacifica i tifosi hanno chiesto ai calciatori di tirare fuori gli attributi. La squadrato lo ha fatto, con il mio aiuto: ne è nato un grande gruppo, forte e coeso. Il 10 gennaio eravamo a 6 punti di ritardo dalla penultima posizione,sembrava arduo rimontare, invece dal mercato il club ha pescato i rinforzi giusti, anche in uscita abbiamo fatto le cose per bene. Ora dobbiamo completare l'opera nei playout».

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