Taranto: Nuova ordinanza anti Covid, ‘Cittadini devono conoscere dati’
Richiesta dell'Associazione Marco Pannella al sindaco Melucci
A Taranto da anni sappiamo che gli studi epidemiologici quanto più sono circoscritti piu forniscono analisi e risposte, anche amministrative, legali e sanitarie. Da sempre gli studi di coorte sono fatti su base di quartiere, proprio per verificare se la mortalità è piu alta in correlazione a determinate emissioni o altre ragioni. E’ su questi che si calcola l’analisi del rischio, lulla quale poi si interviene con i provvedimenti amministrativi, legali e sanitari. Ancora una volta invece rispetto all’emergenza epidemiologica in corso, assistiamo, da parte del Sindaco di Taranto a decisioni prese, a suo dire, per limitare il contagio, ma sulla base di dati che non sono pubblici: la trasparenza è alla base di ogni democrazia! I cittadini hanno il diritto di conoscere su quali dati e quali analisi si basano le decisioni prese, e se sono reali. Ad esempio l’ultima ordinanza del sindaco di Taranto del 23 ottobre vietava “h24 l’accesso in spiaggia intesa come luogo di assembramento”. Le spiagge ad ottobre per il sindaco di Taranto sono luogo di assembramento! Oggi chiude alle 18 gli studi professionali, quali dati hanno dimostrato tale necessità? Ci sono focolai scoppiati in via di Palma, o piuttosto all’interno dell’Amat, o degli uffici comunali, o in ospedale? Solo conoscendo i focolai esistenti si possono circoscrivere, limitare e chiudere. Perché si chiude una spiaggia o un ufficio legale se per esempio i focolai sono per l’80 per cento in casa? Ha mai spiegato il Sindaco di Taranto come si effettua l’isolamento domestico? O si è mai occupato di sollecitare il contact tracing per isolare i positivi? O di aprire i covid hotel gia previsti e individuati per gli asintomatici? Di contro lo stesso Sindaco, a differenza senza andare lontano degli stessi suoi colleghi di tutta la Provincia, non ha mai comunicato alcun dato rispetto all’andamento del contagio. Tutti gli altri sindaci forniscono quotidianamente il bollettino comunale con numero preciso di tamponi effettuati, positivi, ricoveri, decessi e focolai. Solo lui, il sindaco della città capoluogo, tranne una domenica, non lo ha mai fatto. Da questi dati dipende la nostra vita quotidiana, il nostro lavoro, la nostra salute mentale: vogliamo che siano pubblici! E vogliamo che siano in formato aperto, perché dobbiamo permettere agli scienziati e ai giornalisti di lavorare per bene, e ai cittadini di prenderne coscienza. In questo momento una corretta comunicazione, basata sull’evidenza dei dati, è quanto mai importante per comprendere le scelte istituzionali che hanno profonde conseguenze sulla vita delle persone. A maggior ragione queste cose dovrebbero essere importanti per il Sindaco di Taranto, città avvezza a masticare studi epidemiologici per il calcolo dell’analisi del rischio (su questo si basa la vds chiesta da Sindaco per Ilva). Per questo, chiediamo ufficialmente al Sindaco di Taranto di: rendere disponibili, aperti, interoperabili (machine readable) e disaggregati tutti i dati elaborati dall'inizio dell'epidemia per monitorare e classificare il rischio epidemico (compresi tutti gli indicatori di processo sulla capacità di monitoraggio, di accertamento e quelli di risultato). Fare lo stesso per tutti i dati che alimentano i bollettini (tamponi, persone testate, positivi, entrate e uscite da ospedali, decessi, e focolai) con dettaglio comunale, e i dati relativi ai contagi all’interno dei sistemi, in particolar modo scolastici, e delle grandi aziende, in particolar modo pubbliche. Rendere pubbliche le evidenze scientifiche, le formule e gli algoritmi, che mettono in correlazione la valutazione del rischio, le misure restrittive e l’impatto epidemiologico ad esso correlato. Qualora questi dati non venissero forniti effetueremo un accesso agli atti, nella convinzione che un’epidemia si combatte con la scienza, non con piglio da poliziotto col ciondolo. (Associazione Marco Pannella)