Futsal: Fatture false, indagati sei club pugliesi

FUTSAL
Redazione
09.08.2016 02:41

Il pubblico ministero Enrico Bruschi ha disposto il sequestro di beni a carico di cinquanta indagati nell’ambito dell’inchiesta della procura di Taranto per un presunto giro di fatture false, legato a sponsorizzazioni sportive. Secondo l’indagine, l’attività di frode al fisco riguardava vari rappresentanti legali, di cinque anni fa circa, di Asd Real Five Ostuni, Asd Real Martina Franca, Asd Oriental Five Martina, Asd Futsal Locorotondo, Asd Futsal Cisternino, Asd Real Five Carovigno, dunque organizzazioni sportive del calcio a cinque, essenzialmente. Riguardava, inoltre, vari rappresentanti legali di aziende del territorio. Sono cinquanta, complessivamente, le persone che compaiono nell’elenco dei sequestri, per un valore complessivo di circa un milione e mezzo di euro. Si va da poche centinaia di euro a decine di migliaia, secondo la responsabilità addebitata a ciascuno degli indagati nella vicenda.

Guai grossi per 37 imprenditori, coinvolta la Puglia, la Lombardia, il Piemonte e l'Emilia Romagna. I militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Taranto, hanno posto sotto sequestro beni e disponibilità finanziarie per 1,3 milioni di euro. Il sistema, semplice ma ingegnoso, ha coinvolto i responsabili di 8 associazioni dilettantistiche di calcio a 5 e ben 37 imprenditori della provincia di Taranto, ma anche di altre regioni italiane che emettevano fatture per false operazioni. L'inchiesta prende avvio da un'indagine della Polizia Tributaria che accerta che due imprenditori martinesi, padre e figlia, oltre che proprietari di alcuni supermercati, avevano in gestione 8 associazioni sportive che utilizzavano per compiere illeciti penali di natura tributaria, emettendo false fatture per attività pubblicitarie mai effettuate. L'importo delle fatture ammonta a 2 milioni 900 mila euro. Ben 53 aziende di vari settori sono coinvolte, dall'attività di commercio generi alimentari al materiale elettrico, confezionamento abbigliamento e lavorazioni edili, risultano beneficiari di queste fatture. Il meccanismo messo in piedi era semplice: i due imprenditori martinesi, emettevano le false fatture e i rappresentanti legali delle aziende coinvolte, corrispondevano gli importi con assegni o con bonifici bancari sui conti correnti delle società sportive che,in seguito, restituivano in contanti l'importo relativo alla fattura, decurtato di un 30% così suddiviso, 20% corrispondente all'IVA e 10% come illecito compenso. Accertata anche la complicità di un funzionario bancario che avrebbe omesso di effettuare il controllo antiriciclaggio. Il G.I.P Valeria Ingenito,su proposta del Sostituto Procuratore Enrico Bruschi, ha emesso il provvedimento cautelare. Gli atti sono stati trasmessi alle Procure competenti territorialmente, per quanto riguarda le aziende che utilizzavano le false fatture.

di Adolfo Antonello Giusti

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