Gabriele Gravina: ‘Troppe 100 squadre professionistiche’
“C’è l’esigenza di un nuovo prodotto, playoff o playout non lo so: ragioniamo insieme. Cento squadre professionistiche però sono troppe”. Lo ha detto il presidente della Figc, Gabriele Gravina, nel corso del forum ‘Il calcio che l’Italia si merità organizzato dal Corriere dello Sport. “Non tutto dipende da noi, ci sono provvedimenti che devono essere votati dalla politica”, ha aggiunto il numero 1 della Figc, ricordando che “la legge fondamentale dello sport ha 41 anni e ormai è superata. Ci sono cose che bisogna fare insieme, mondo del calcio ma anche della politica”. Gravina ha poi definito “fondamentale abbandonare l’idea faziosa e personalistica del mondo del calcio e cercare soluzioni in una logica sistemica con alcune proposte condivise”. “Si parla di riforma di campionati, io parlerei più di riforma del calcio- ha concluso il presidente della Figc – L’accademia azzurra lanciata è un ulteriore passo avanti in un rapporto di collaborazione e di logica sistemica. Il calcio potrebbe crescere e mi piace l’idea di un dialogo costante che attualmente si sta sviluppando con le diverse componenti legato alla volontà di trovare insieme indicatori che possano mettere in sicurezza il nostro sistema.
“Continuo a parlare di evoluzione del calcio italiano, negli ultimi 3 anni portiamo avanti un lavoro progettuale anche se poi tutto viene identificato dalla mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali. Ora è di moda la parola ‘sostenibilità’, una parola abusata come grande contenitore. Il mondo del calcio sviluppa le sue progettualità a fronte di scambio di finanza, va sul mercato e pone come proposta commerciale il proprio evento. Più che il Pil, dovremmo usare il “Bil”, il benessere interno lordo, come indicatore, abbandonare idea faziosa personalista del calcio e cercare soluzioni in una logica sistemica”, spiega ancora Gravina. “Il costo del lavoro è cresciuto dal 65% al 75,1% e gli ammortamenti sono al 25,1. Dobbiamo mettere il sistema sotto controllo, trovando giusti indicatori. La qualità del prodotto è un tema molto interessante”.
“Il gioco è il gioco, abbiamo perso anche la voglia di libertà di pensiero. Dobbiamo favorirlo con progetti importanti entrando nelle scuole. Altro invece è l’aspetto culturale e su questo stiamo cercando di far declinare il settore tecnico e giovanile con un organismo di sviluppo. Le nostre rappresentative under vincono… La Nazionale femminile potrebbe andare ai Mondiali. La nostra Nazionale è campione d’Europa. Che succede? Dall’under 16 all’under 21 abbiamo grandi talenti. Manca l’opportunità per diventare campioni. E su questi dobbiamo lavorare. Abbiamo norme e leggi che sono penalizzanti. Le società di A possono bloccare i ragazzi con avviamento al lavoro da 16 anni. All’estero li bloccano a 14 anni. Perdiamo i nostri talenti, perché un club deve investire sui nostri talenti se poi ce li portano via?" spiega Gravina.