Un verdetto di condanna. Anche quest'anno la provincia di Taranto risulta agli ultimi posti nella classifica della qualità della vita, speciale graduatoria che il Sole 24 Ore pubblica da oltre 25 anni.
La provincia jonica quest'anno è al 107° posto, il quart'ultimo sulle 110 province italiane, con un peggioramento di 4 posizioni rispetto all'anno precedente.
Il giornale economico stila la classifica utilizzando diversi indicatori, divisi in sei grandi categorie: tenore di vita, servizi e ambiente, affari e lavoro, ordine pubblico, popolazione, tempo libero. Taranto si “salva” nella categoria dell'ordine pubblico (che tiene conto di alcune medie, come quelle relative ai borseggi, ai furti in casa, alle estorsioni, alle frodi e truffe informatiche), dove è esattamente a metà classifica, al 57° posto, per il resto sono tutte posizione da “parte bassa”, con il picco negativo del 105° posto della categoria Popolazione (basata su parametri come saldo migratorio, separazioni, indice di vecchiaia, numero medio di anni di studio).
Nella classifica del tempo libero, che tiene conto di parametri come il numero di librerie, di sale cinematografiche, di spettacoli, di ristoranti e bar ogni 100.000 abitanti, Taranto è al 96° posto. La spesa dei turisti stranieri è tra le più basse in assoluto. L'indice di sportività, uno dei parametri  tenuti in considerazione per questa classifica, è anch'esso uno dei più bassi in assoluto.
La “fotografia” del territorio jonico ne esce con le ossa rotte, insomma: occorre davvero un cambio netto, nella mentalità dei cittadini e soprattutto nelle linee di intervento dei nostri amministratori, per riportare Taranto e la sua provincia a livelli accettabili. E forse ci vorranno anni e anni.