Dionisio: ‘Sarò sempre grato a Giove, ma volevo più tempo’

Scaduto il contratto con il Taranto, l’ex diesse torna a parlare della sua avventura rossoblu

Foto Max Todaro
TARANTO
01.07.2023 20:25

(Di Anthony Carrano) Dopo l’avventura poco fortunata di Taranto, torna a parlare ai microfoni di Blunote, l’ex direttore sportivo rossoblù Nicola Dionisio.

ESPERIENZA A TARANTO: “Con la mia grande umiltà credo di aver fatto il massimo con il budget messo a disposizione dalla società. Peccato perché ritengo che dopo due partite giocate contro corazzate del calibro di Monopoli e Catanzaro, forse è stato troppo presto giudicare il mio operato e quello di Nello Di Costanzo. Avevamo una squadra totalmente rinnovata, sono andati via giocatori importanti, ci sarebbero volute più partite per capire se l’allenatore era sbagliato. Di Costanzo è un allenatore esperto e veniva dal miracolo salvezza col Brindisi in un campionato di Serie D paragonabile e una Serie C. Allora mi chiedo: là Di Costanzo era un Dio, a Taranto un brocco? Il tempo è galantuomo diciamoci la verità: la squadra che ho allestito ha giocato per tutto il campionato facendo tantissime belle cose, anche se costruite per un altro allenatore. Non si potrà mai dimostrare: forse con Di Costanzo avremmo fatto i playoff, obiettivo che ho sempre dichiarato dall’inizio. Ogni trattativa è stata sempre un’impresa, non è stato facile convincere i calciatori quando hai risorse limitate”.

RAPPORTO CON IL PRESIDENTE: “Con Giove ho un buon rapporto e siamo rimasti amici, non mi sono mai permesso di chiedere le motivazioni che hanno spinto la società a sollevarmi dall’incarico. Non mi va di incolpare nessuno, sono un uomo di calcio e a volte bisogna accettare con grande serenità, ho la coscienza a posto. Sarò sempre grato al presidente Giove che rimane per me un’ottima persona, non porto rancore per nessuno, anzi un giorno magari mi piacerebbe tornare a Taranto e dimostrare il mio valore”.

LE TRATTATIVE FALLITE LA SCORSA ESTATE: “Ho il rammarico di non essere riuscito a prendere due giocatori in particolare. Il primo è il portiere Forte, perché ho sempre detto di volere un over tra i pali. L’Avellino mi chiamò all’ultima giornata di mercato, era praticamente tutto fatto e gli irpini avrebbero pagato una corposa buonuscita al giocatore: sarebbe stato un affarone, però la società ha voluto fare altre scelte. Il secondo rammarico è Caturano: c’è l’avevo in mano, ma per una questione di ingaggio non siamo riusciti più a prenderlo. Sono convinto che se avessi insistito l’affare si sarebbe fatto. Sono stato in contatto tantissimo tempo con il suo procuratore, Maurizio De Rosa. che è anche l’agente di Romano, che ho portato io a Taranto. Con questi due calciatori e con la rosa che avevo creato, magari avremmo potuto mettere le basi per costruire una squadra importante anche per il futuro”.

RUOLO DA MANAGER PER CAPUANO: “Il calcio, secondo me, ha bisogno delle sue figure. Non darei tanti poteri a un allenatore per una questione di responsabilità. Bisogna rispettare i ruoli, una società deve avere un po' tutte le figure, come direttore sportivo e generale. Il mercato in mano all’allenatore potrebbe essere un’arma a doppio taglio perché può succedere che le cose non vadano bene e se tutti i giocatori sono scelti dal mister si cambia tutta la squadra? Non ho assolutamente nulla contro Capuano e non mi permetto di giudicarlo perché è un bravo allenatore, il mio è un concetto su come dovrebbe essere composto un organigramma societario”.

IL VALORE DI ANTONINI: “La valutazione di un calciatore la fa il mercato, non so effettivamente quanto abbia potuto richiedere il Taranto per il suo cartellino. Per me Antonini non era una sorpresa, lo conoscevo da quando giocava nel settore giovanile dell’Inter e del Cagliari. L’ho visto lo scorso anno a Ravenna e mi sono chiesto: “Ma questo che ci fa in Serie D”? Da quel giorno, l’ho voluto prendere a tutti i costi. Sono contento per il Taranto che grazie al mio lavoro può realizzare una plusvalenza. Sicuramente ha dimostrato di essere un giocatore di categoria superiore”.

MESSAGGIO AI TIFOSI: “Mi dispiace perché ho sempre desiderato Taranto per la sua grande tifoseria. E’ una piazza importante del calcio italiano, merita altri palcoscenici. La città ha dimostrato negli anni di cosa è capace in termini di presenze allo stadio, ha un potenziale enorme con un pubblico di categoria superiore. Mi è dispiaciuto che quest’anno ci siano stati pochi spettatori, parliamo di una piazza ambita da tanti addetti ai lavori. Faccio davvero un enorme in bocca al lupo per il futuro, rimarrà per sempre nel mio cuore. Sarò sempre un simpatizzante del Taranto.

VERSO IL PROSSIMO CAMPIONATO DI SERIE C: “Il campionato appena passato era sicuramente livellato verso il basso. Il Girone C del prossimo anno sarà più difficile. Ci saranno piazze come Benevento, che ha grandi mezzi economici, Crotone, che ha voglia di fare un bel campionato, Avellino, che si sta attrezzando per allestire una grande squadra, senza dimenticare Pescara e Foggia. Insomma, diciamo che sarà abbastanza impegnativo, anche se bisognerà vedere gli organici che verranno messi su da queste compagini. Mi aspetto qualcosa di più in termini di qualità”.

SUL FUTURO: “Per il momento sono fermo. Ormai i giochi sono fatti, soprattutto per la Serie C. Spero di entrare in corsa se capita una chiamata, nel frattempo continuerò a visionare almeno tre partite a settimana, il nostro lavoro è quello di aggiornarsi ogni settimana e seguire più calciatori possibili per farsi trovare pronto di fronte a un’eventuale chiamata”.

Cinque anni senza Giovanni Pompei
Ufficiale: Paolo Nicolato lascia l'Italia Under 21