Due fratelli, un sogno: giro del mondo in catamarano
(Di Fabio Dal Cin) “Dove preferiremmo vivere? Certamente non in mezzo alla folla”. Sono queste le frasi, scritte da Henry David Thoreau, filosofo e scrittore statunitense del XIX secolo, alle quali ho pensato quando ho conosciuto la storia di Carmine e Vincenzo Vetrugno, due fratelli vegliesi decisi a intraprendere l’affascinate (e non priva di ostacoli) rotta che lì porterà, nel settembre del 2023, ad effettuare il giro del mondo e senza scalo in catamarano. In un’epoca caratterizzata dall’esasperazione tecnologica, dalle comodità e dal ritmo frenetico della vita di città, queste imprese meritano attenzione, se non altro per ricordarci che per un uomo in mare qualsiasi inezia può essere di grande importanza: una leggera variazione nella forza del vento, la vista di una stella, pochi biscotti secchi, una scatola di fagioli. I fratelli Vetrugno sono uomini di mare, hanno esperienza maturata a bordo delle navi della Marina Militare Italiana: Carmine, in particolare, ha prestato servizio su navi a vela quali l’Orsa Maggiore, ma soprattutto ha dentro di sé la conoscenza marinaresca appresa in circa nove anni d’imbarco sulla nave scuola Amerigo Vespucci, prestigioso veliero che, tra l’altro, nel prossimo week end farà sosta a Taranto. La loro storia parte da lontano (da “embrione inconsapevole” direbbe Bernard Moitessier, navigatore e velista di riferimento per Carmine e Vincenzo), dalla passione per il mare trasmessa dal padre, dalle riviste di vela sempre presenti in casa, dall’amore per l’arte marinaresca acquisita a bordo delle navi della Marina Militare. Il fedele compagno di viaggio è un catamarano a vela, “Double Trouble”, di 14,84 mt di lunghezza e largo 8,7mt attualmente all’àncora nella rada di Porto Cesareo (Le). Disegnato da Giorgio Bergamini e varato nel 1985, è una barca formidabile, progettata per lunghe navigazioni; a vederla, sembra vivere con Carmine e Vincenzo, l’ansia, l’adrenalina, l’emozione di questa sfida. Il catamarano - spiega Carmine - a differenza del monoscafo, tiene benissimo il mare di poppa in quanto reagisce come una tavola da surf e difficilmente si traversa; la barca è stata testata, con esiti più che soddisfacenti, fino a mare 6 nei turbolenti specchi d’acqua tra Leuca e Porto Cesareo. A bordo la parola d’ordine è “essenziale”: bisognerà portare solo il necessario, limitare i pesi, quintali d’acqua calcolati per 6 mesi (è previsto ricorrere alla raccolta dell’acqua piovana), il cibo razionato. Si dormirà poco, quanto basta, si farà ricorso al concetto, proprio del mondo sommergibilista, della “branda calda”; i ragazzi dovranno essere vigili, presenti a sé stessi, monitorare il meteo, ma soprattutto le incognite più insidiose: gli oggetti semi sommersi alla deriva. Le manutenzioni straordinarie del catamarano sono programmate dall’ottobre 2021; per gli aggiornamenti sulla pianificazione del periplo e per scoprire insieme altri piccoli aneddoti, continuate a seguirci su Blunote, nel frattempo, per sostenere l’impresa dei fratelli Vetrugno, è stata creata la pagina facebook “Giro del mondo a vela senza scalo”. Buon vento! (Foto Fabio Dal Cin)