BASKET B: Cus - Cosenza, "Serve chiarezza sul bando del PalaMazzola"

Il presidente del club: "Sembra che al Comune manchino le idee chiare per come impostarlo"

BASKET
22.12.2015 11:00

La vittoria sul Mola di Bari con ben 23 punti di scarto è stata salutare dopo ben 6 battute a vuoto. Poi con il grande Montegranaro c'era poco da fare, ma almeno la squadra ha confermato i segni di crescita, utili per confronti più “abbordabili”, almeno sulla carta.

«Era ora! Abbiamo finalmente sconfitto l'incantesimo malefico delle sei sconfitte consecutive – esclama “quasi” soddisfatto il presidente di lungo corso, Sergio Cosenza -. Eravamo un po' stufi di annotare solo sconfitte, anche contro formazioni con cui avremmo potuto e dovuto vincere. Formazioni che erano anche alla nostra portata. Siamo ancora un po' discontinui nel corso delle gare, a parte quella con il Mola che è andata via senza eccessivi cali di tensione pregiudizievoli. Non tanto facile nelle premesse perchè i baresi avevano sempre due punti in più di noi in classifica. In effetti ci mancano almeno due vittorie nel carniere, quella contro il Valmontone e a Martina dove abbiamo sbagliato l'approccio».

Anche quella di Giulianova, persa per soli 5 punti e l'altra contro la titolata Campli all'overtime... e sono altri 4 punti potenziali a portata di mano.

«Certo non vogliamo addebitare nulla ai ragazzi ed al nostro bravo coach Giovanni Putignano, perché riconosciamo che ce la sta mettendo tutta, con grande volontà e capacità professionali, per cercare di plasmare la squadra affinché riesca a sviluppare un gioco più corale, sfruttando le singole qualità fisiche e tecniche al servizio di tutti, senza eccedere in personalismi che non fanno parte del manuale del buon basket».

Però, siccome un buon mosaico è fatto di buoni tasselli singoli, oltre alle indubbie qualità tecniche e balistiche del play Maggio, la cui assenza per influenza ed infortuni si è fatta sentire in cabina di regia e di Circosta, quale cecchino implacabile, c'era ancora da registrare la chimica di squadra con il resto della truppa che viaggiava a strappi, a cominciare dall'ultimo arrivato, il pivot Orlando.

«D'accordo, debbo però subito sottolineare che il nostro buon coach ha ben presente tutto e ci sta lavorando alacremente, spingendo di più per un gioco alla mano che coinvolga tutti tenendoli in ritmo, in modo da non offrire sempre gli stessi punti di riferimento. Mi piace citare, per esempio, la crescita di capitan Potì che ha ritrovato la mano calda anche dall'esterno oltre alle sue qualità carismatiche, quella del giovane Tinto che si rivela efficace e prepotente nelle sue proiezioni sia offensive che difensive, una bella realtà insomma, quella di Malfatti dall'utile intelligenza nel procurarsi ed occupare bene gli spazi oltre alla sua mano educata. Lo stesso Orlando che aveva bisogno di ritrovare la migliore condizione fisica e la coesione con i compagni, che ora risulta determinante e trascinante nell'attaccare e difendere i canestri».

Quest'anno, per migliorare le posizioni in graduatoria, siete stati forse costretti ad aumentare numero e minutaggio dei senior esperti e, giocoforza, ridurre il minutaggio degli under.

«L'obiettivo è quello di migliorare le nostre posizioni nel ranking nazionale, passo dopo passo com'è nella nostra filosofia. Potrebbe essere un rischio calcolato ma il nostro coach Putignano sta dimostrando di saper bilanciare bene le due esigenze. Poi ci pensa il torneo Under 20 a far sudare i nostri giovani, dove si stanno comportando molto bene, sfiorando l'impresa, come quella recente contro il famoso vivaio della Stella Azzurra Roma, persa solo agli overtime. Oltre ai soliti Conte e Stola, ormai stabilmente nel roster maggiore, con buoni risultati, voglio citare la crescita di Osmatescu. Il giovane centro è dimagrito ed irrobustito nei muscoli asciutti e nervosi ed i risultati si vedono sia in B che nell'Under 20, dove furoreggia sotto canestro. Senza dimenticare la maturazione di Stola, Fortunato, Pannella, De Bellis, Pentassuglia e Iaia».

Insomma, piccoli campioni crescono ed alcuni sono anche figli d'arte, con un buon dna dentro.

Il mal di trasferta, però, imperversa e non accenna a svanire. Quale medicina sta studiando il coach?

«Nessuna alchimia strana. Coach Putignano s'impegna molto nel non trascurare alcun dettaglio. Uno su tutti: negli allenamenti mattutini gli esercizi vengono svolti con musica e suoni ad alto volume per abituare i ragazzi al chiasso del tifo contro. Per il resto tanta intensità».

Questa la radiografia della squadra e del campo, ora vediamo quella societaria e della struttura.

«Quella societaria sta bene, sia dal punto di vista economico che da quella strutturale umana.

Non navighiamo certo nell'oro ma cerchiamo, tutti insieme, di fare sempre i conti della serva per centellinare le risorse economiche, mettendo anche le mani nelle nostre tasche e potendo contare in quelle degli sponsor che ci vengono incontro. Primo fra tutti, ovviamente, il main sponsor Casa Euro di Umberto Ingrosso che ringraziamo anche per la passione genuina che lo ha “contagiato” e con cui ci è sempre vicino. Per il resto controlliamo sempre la borsa della spesa».

Resta sempre sul tappeto la questione della gestione del PalaMazzola che tarda ad avere lo sbocco.

«Infatti! La questione riguarda il varo del bando di gara per l'aggiudicazione pluriennale che non riesce a decollare perchè, sembra che al Comune manchino le idee chiare per come impostarlo. Sembra strano ma è così, al momento. Ci auguriamo che all'inizio del nuovo anno, la questione possa risolversi finalmente. Noi, comunque, stiamo alla finestra e non ci fasceremo la testa se l'aggiudicazione possa prendere altre strade, purché si sblocchi la situazione».

Rischiate di non ottenerla dopo tanti sacrifici per tenere in piedi l'impianto?

«Potrebbe e non ci sarebbe nulla da meravigliarsi se la pole position fosse di altri. Dirò di più: a noi potrebbe anche favorire perché ci toglieremmo di dosso l'ardua impresa della gestione diretta ma ci permetterebbe di usufruire dell'impianto solo per le ore di utilizzo per gli allenamenti e le partite. Sarebbe un gran bel risparmio di tempo e danaro che potremmo riversare, invece, al rafforzamento societario e di squadra, senza altri oneri fuori sacco».

Un bel rompicapo senza dubbio! Così organizzare eventi ed altre manifestazioni che fine faranno?

«Chiariamo anche questo. Se qualcuno pensa che noi ricaviamo fior di quattrini dagli spettacoli al PalaMazzola è proprio fuori strada. Se ne ricava poco che serve a mala pena a coprire le spese delle fatture energetiche e strutturali. Per quanto riguarda gli eventi sportivi di un certo rilievo, dobbiamo ringraziare (si fa per dire) l'architetto che ha progettato la struttura, prevedendo l'impianto di riscaldamento in una città con un clima mite per diversi mesi l'anno e non quello dell'aria condizionata che invece c'impedisce di organizzare eventi importanti nei mesi di gran calura».

Evidentemente è un architetto molto freddoloso d'inverno ed amante del caldo afoso d'estate.

Presidente, quale messaggio d'augurio vuol fare alla città ed ai tifosi?

«Di starci vicino, sempre più numerosi. Noi cerchiamo di dare lustro alla città per divertire e divertirci in momenti di genuinità sportiva e sociale. Vorrei vedere più genitori e dirigenti di altri gruppi portare i ragazzi a tifare per una squadra che sta onorando un torneo così difficile».

Toni Cappuccio

 

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