Taranto: ‘Z&B, siete giunti a un punto di non ritorno...’
L’analisi di Vittorio Galigani
DI VITTORIO GALIGANI Il Taranto, come un rullo compressore, passa sul Francavilla in Sinni. Merito senza dubbio di Michele Cazzarò che sta lavorando per rimettere insieme i cocci che gli hanno lasciato a disposizione Z&B.
CONTRADDIZIONI Mentre la società di errori ne fa in quantità industriale. Non ultimo quello riferito alla indisponibilità dei tagliandi per l’accesso allo stadio della cittadina lucana. Gli eventi raccontano del disinteresse più totale del club in opposizione ai desideri dei rappresentanti della curva nord. A tal proposito l’enorme striscione appeso alla recinzione dello Iacovone è stato più che esplicito. Una società piena di contraddizioni. Si assumono comportamenti e decisioni in contrasto con la fede dei tifosi. Ma al tempo stesso si “supplica” una maggior presenza allo stadio. Si chiede una maggiore vicinanza al club da parte del tifo più caldo. Non è facile analizzare, dare un giudizio definitivo sulla prestazione di Francavilla. Tutto sin troppo facile. Merito degli uni o demerito degli altri? Il Taranto provava a giocare palla a terra, gli avversari sparacchiavano in avanti. A palla fai tu. La difesa dei padroni di casa era più morbida di un “panetto” di burro, Ancora ci è andato a nozze e non solo in occasione del gol. La sua è stata forse la miglior partita da quando veste la maglia rossoblu.
I MERITI DI MICHELE Michele Cazzarò ha il grande merito di aver usato, con i ragazzi, un “collante” di sua esclusiva produzione. Fatto di professionalità, serietà e serenità. Doti che non tutti hanno nel proprio carniere. Michele, per raccontarla con una espressione colorita, ma che rende perfettamente l’idea, “parla poco e…fottebene”. Incurante degli spifferi, dei tentativi di intromissione, di dammi il “cinque”, di baci, pacche sulle spalle ed abbracci. Cazzarò va per la sua strada, ben sapendo che, alla resa dei conti, gli oneri saranno soltanto suoi.In caso di onori saranno tanti quelli che tenteranno di salire sul carro. Obbligato a far giocare assieme Galdean e Corso, fa di necessità virtù. Ammirevole, in questo, anche la disponibilità dei due calciatori. Non ha difensori con la “D” maiuscola, oltre quelli che manda in campo. Un raffreddore, una influenza, una squalifica lo metterebbero in difficoltà. Mialegetta il cuore oltre l’ostacolo. D’Aiello da segnali di grande ripresa. Palumbosi esalta con il gol del vantaggio, ma partecipa poco alla manovra. Gli esterni di difesa sono “teneri”. Aleksic non vede ancora bene la porta avversaria. Sbaglia (ancora) le cose impossibili. Pera è un bravo giocatore, un ragazzo serio, vive, da separato in casa, una situazione inimmaginabile. Totalmente diversa da come gli era stata prospettata. Aspetta soltanto la riapertura delle liste per approdare in altri lidi. La squadra che doveva sconquassare il fondo schiena a tutti è stata ridimensionata per valori e numeri. Si va verso l’ennesima rivoluzione di dicembre. Un teatrino annualmente ripetuto dalle parti di via Minniti. Ci saranno i fondi necessari? Michele (permettete la confidenza) certe difficoltà le conosce benissimo. Si impegna per gestirle nel modo migliore. Il difficile viene quando bisogna farle entrare nella testa di chi dovrebbe essergli di sostegno.
ROSA SENZA PETALI Occorrono, come il pane, una mezzala ed un difensore centrale. In primis pernecessità e poi per rispettare quel desiderio di Cazzarò di schierare la difesa a tre. Occorrono anche tre/quattro “under” di qualità superiore alla media (che il Taranto non ha). Occorre rimpinguare la rosa, perché attualmente, con la poca acqua a disposizione, la papera non galleggia. Il calendario, bene che si sappia, non ti concede di incontrare sempre il modesto Francavilla sul Sinni. Occorre soprattutto che ognuno faccia il proprio. Lasciando che siano le “indossatrici” a fare le passerelle. Occorre la disponibilità economica! E’ stata una vittoria che fa morale e per tale va considerata. Se non intervengono estemporanee scosse telluriche, provocate dal duo, la squadra potrà godere di una settimana di sereno lavoro. L’aria che si respirerà nello spogliatoio potrebbe finalmente risultare più salubre.
CESSIONE, CHE FICTION! La “fiction” sulla cessione della società ha registrato l’ennesima puntata. La settimana è stata caratterizzata dalla presenza di “comparse” neanche tanto attendibili. Il magnate degli ipermercati. Il ritorno del figliol prodigo. L’investitore buono per tutte le stagioni. L’ “(im)prenditore” che scende dalla capitale. Il vorrei, ma non potrei. Quello che sussurra (solo a te) di aver già comperato, ma ti raccomanda di non dirlo a nessuno. Tutti recitano a soggetto. Non hanno ancora compreso che ci vogliono i “soldi” e che daqueste parti “Chiacchiere e tabacchere ‘e ligno, ‘o banco ‘e napule nun se ‘mpegna”. Di fatto la società sembrerebbe indebitata oltre il lecito consentito. In un rigurgito di trasparenza e di lecita chiarezza anche la fondazione (in quanti siete rimasti?) ha sollecitato lumi in tal senso. Al sindaco monocratico il compito di sviluppare una verifica certosina. Avrà la disponibilità completa dei documenti?
PUNTO DI NON RITORNO Z&B sono giunti a un punto di non ritorno. Proseguire con questo tran-tran non ha senso. Continuare, per indebitare la società, nemmeno. Coltivare ambizioni concrete solo a parole, peraltro indecenti (quel filmato ha girato soltanto l’universo), non è più possibile. La piazza reclama/pretende esclusivamente credibilità. Questa proprietà l’ha purtroppo smarrita. Il “D-day” è pertanto dietro l’angolo. O si supera l’ostacolo o si portano, obbligatoriamente, i libri in tribunale.