Cronaca - Taranto: Padre e figlio arrestati per usura
Un risveglio movimentato, all'alba di lunedì 24 ottobre, per Cosimo Damiano Surgo di 53 anni e per il figlio Pasquale, entrambi di Lizzano (Taranto). I Carabinieri di Lizzano, coadiuvati dai militari della Compagnia di Manduria e con il supporto di un elicottero del 6° Elinucleo dei Carabinieri di Bari, hanno notificato a padre e figlio due provvedimenti cautelari in carcere, emessi da GIP del Tibunale di Taranto, Vilma Gilli, su richiesta del Procuratore della Repubblica Giovanna Cannalire. I capi d'accusa vanno da: usura a vario titolo, concorso continuato e abusivo di attività finanziaria con l'aggravante di aver prestato denaro a persone in stato di bisogno. L'indagine parte a gennaio del 2013 quando i Carabinieri di LIzzano, nel corso delle investigazioni scoprirono che Cosimo Surgo, già coinvolto nell'operazione "Re Mida", avvalendosi della collaborazione del figlio Pasquale, senza alcun lavoro, incensurato, avrebbero messo in piedi un giro di usura a danno di moltissime persone che si sarebbero rivolte ai due. Vale la pena ricordare che la prima inchiesta, "Re Mida" che vide coinvolto Cosimo Damiano Surgo, poi condannato a sette anni e sei mesi, portò al sequestro di ville, appartamenti, locali commerciali, terreni e autovetture per il valore di 7 milioni di euro, cifra sproporzionata a disposizione di Surgo, che faceva l'operaio nell'Arsenale della Marina Militare di Taranto. Nell'operazione odierna, risultano variamente indagati per riciclaggio e favoreggiamento altre tredici persone. Dalle indagini è emerso che padre e figlio operavano in provincia di Taranto ma soprattutto a Lecce, trovate infatti vittime dell'usura a Porto Cesareo, Leverano, Copertino, Novoli e Sava. L'operazione è stata denominata dai Carabinieri " Compare mio" dagli appellativi " cumpà" o " cumparuzzo" utilizzati dagli indagati che dopo le formalità di rito, sono stati condotti in carcere.
Di Adolfo Antonello Giusti