Figc: Carlo Tavecchio si è dimesso
Carlo Tavecchio si è dimesso. Il presidente della Figc ha rassegnato le dimissioni nel corso del Consiglio Federale convocato questa mattina a Roma. Tavecchio, eletto a capo della Figc nel 2014, era finito nell'occhio del ciclone per la mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali di Russia del 2008. "Il Consiglio federale resta in carica, Tavecchio si occuperà della gestione ordinaria fino a nuove elezioni che dovranno essere indette entro 90 giorni" ha spiegato Gabriele Gravina, presidente della Lega Pro, fotografando la situazione in Federcalcio. "Il commissario non è previsto, ora serve un progetto rivoluzionario e innovativo. Spero che in tempi brevi vi sia la convocazione di un'assemblea come espressione democratica, nella speranza che tutte le espressioni di questo mondo possano esprimere una progettualità innovativa e rivoluzionaria. Non sono sorpreso dalle dimissioni di Tavecchio, ma dispiaciuto per le modalità di gestione, il presidente avrebbe dovuto darci la possibilità di replicare''.
TAVECCHIO: ''SCIACALLAGGIO POLITICO'' - "Ambizioni e sciacallaggi politici hanno impedito di confrontarci sulle ragioni di questo risultato". E' questo, secondo quanto risulta all'Ansa - quello che Carlo Tavecchio ha detto oggi ai consiglieri della Figc prima di chiedere le dimissioni di tutto il consiglio, ovviamente a cominciare da se stesso. "Le dichiarazioni che si sono susseguite nelle ultime due ore - ha detto Tavecchio ai consiglieri federali - hanno impedito alle due Leghe maggiori di partecipare un dibattito che investe anche loro". "Ho preso atto del cambiamento di atteggiamento da parte di alcuni partecipanti alla riunione di mercoledì - ha aggiunto, riferendosi al vertice con le componenti a 48 ore dalla debacle della nazionale - Nonostante il documento che mi hanno richiesto e condiviso, non sono disposti nemmeno a discuterlo". A conclusione di queste considerazioni, Tavecchio - che alle 14:30 terrà una conferenza stampa - ha chiesto "le dimissioni di tutto il consiglio, me per primo".