Basket: Cus Jonico, a tu per tu con l’assistant coach Carone
Nella settimana di inizio del campionato l’ombra di coach Olive parla di sè e della stagione che verrà: ‘Tante buone scelte, parola al parquet’
Conto alla rovescia agli sgoccioli. Tra pochi giorni ci sarà la prima palla a due del campionato di serie C Gold e sarà proprio il Cus Jonico Basket Taranto ad alzarla in quel di Ceglie nell’anticipo di sabato 5 ottobre contro il Basket Francavilla. A pochi giorni dall’esordio la chiacchierata con Claudio Carone, assistant coach di Davide Olive serve per parlare di basket, di Cus ma non solo, anche per stemperare la tensione.
- Coach, quale opinione ti sei fatto sulla squadra allestita?
"Non posso che dare parere positivo sulla bontà delle scelte fatte. È stato un vero lavoro di squadra in estate fatto insieme a coach Olive e al ds Appeso con l’appoggio costante del gm Conversano e del presidente Cosenza. Mi permetto di dire che il Cus Jonico è un gruppo di persone che sta cercando di realizzare qualcosa di importante a livello sportivo in questa città. Il parquet darà il suo responso e se sarà positivo come credo mi auguro che la città risponda presente… Credo che l'organico possa essere in grado di esprimere un buon basket, interpretato dai ragazzi secondo la filosofia pratica dell’allenatore che vuole forte intensità difensiva e velocità di transizione con buona circolazione in attacco. Sembra tutto scontato ma non lo è se non si hanno giocatori adatti a quello scopo e, soprattutto, se non li si mettono in condizione di esprimersi al meglio secondo le proprie qualità tecniche".
- Si può dire che le amichevoli abbiano dato buoni segnali?
"Certo! I segnali sono stati buoni ed incoraggianti, perchè i ragazzi stanno dimostrando di collaborare bene, anche fra loro stessi, soprattutto in allenamento e questo è un buon viatico. Di certo saremo pronti per il debutto a Ceglie contro Francavilla”.
- Di fatto sei la gran voce che fa da megafono ai dettami di coach Olive?
“Se mi sentite, a volte, esplodere e gridare è perchè in panchina si soffre molto e si avrebbe voglia di entrare in campo e dare una grossa mano ai propri ragazzi”
- A dispetto dell'aspetto abbastanza possente, il nostro Claudio Carone sembra, invece, dolce ed umile persona. In particolare quando si toccano le corde familiari, dimostrando così una buona saggezza.
"Sono felicemente sposato. Ho due figli. Nella vita faccio fortunatamente un altro lavoro principale, quello di sottufficiale della Marina Militare. Sono laureato in Scienze infermieristiche nella facoltà di medicina e chirurgia di Bari. Sono innamorato della pallacanestro da quando avevo 9 anni ed ora a 41 lo sono ancora di più. Ho giocato per tanti anni in serie C, nelle giovanili del Cus e poi juniores con la Ricciardi con qualche allenamento con la Fedema in serie B/1. Ricordo con piacere, in particolare, i derby col Brindisi in un Palafiom stracolmo di entusiasmo quando l’unico modo di vedere il basket era sull’allora Videolevante con le telecronache proprio di Toni Cappuccio. Sono stati anni esaltanti che mi auguro possano ritornare presto. Diventato adulto sono andato via da Taranto per girare il mondo con la Marina ma non ho perso il "vizio" del basket. Girando nelle varie sedi militari d'Italia, ho continuato a giocare in C in Liguria ed in Sicilia. Stabilitomi, infine, come sede, a Taranto, ho potuto dedicarmi alla cura del minibasket e delle giovanili, prima con la Fortitudo Taranto e poi con la Santa Rita Basket, prima di approdare al Cus Jonico"
- In tutta sincerità, vorresti forse essere meno assistente e più protagonista in panchina? Non è un male essere un pò più ambizioso. Non credi?
"Sono realista per natura. Dico, quindi, che questo ruolo mi sta bene, al momento, perchè c'è sempre tanto da imparare per guidare una squadra e saper trattare con i giocatori. Debbo ringraziare, intanto, Giulio Caricasole che l'anno scorso mi ha voluto al suo fianco alla guida della prima squadra del Cus. Ringrazio naturalmente la società e Davide Olive che ha voluto che continuassi a collaborare con lui. Lui è un coach con tanta esperienza, competenza ed umanità e per me è un'occasione preziosa per imparare tanto e per poter, un giorno, essere anch'io in grado di guidare bene una squadra. Senza fretta e con sapiente gradualità."
- Quando si parla di assistente non si capisce mai di certo in cosa consiste il ruolo, tu cosa fai?
"Il ruolo presenta diverse responsabilità importanti nella preparazione settimanale, in quella della gara precedente ed in quella successiva. Significa documentarsi sulle squadre avversarie, visionarne le partite, approfondire col coach le varie statistiche e le varie chimiche di squadra, preparare il piano partita. Naturalmente, durante la gara, è importante tenere sotto costante controllo la condizione psicologica di tutti, chi gioca di più e chi gioca meno, per farli sentire sempre pronti al rientro sul parquet, collaborare con il coach nella migliore lettura delle varie fasi della gara”.
- Tornando nel tuo ambito familiare, come viene "digerita" questa tua passionaccia col basket?
"Bene, direi! Mia moglie è una persona fantastica che mi permette di coltivarla, anche perchè, per lei sarebbe difficile fare il contrario in quanto è anche nel suo dna: infatti si chiama Vitti di cognome, figlia del grande Ciccio, non so se mi spiego!". Buon basket a tutti.
Di Toni Cappuccio