Diritti del Fanciullo: Genitori tarantini scrivono a presidente Mattarella

Cultura, musica e spettacolo
Iv.
20.11.2020 16:37


Presidente Sergio Mattarella, anche quest’anno è arrivato il 20 novembre, data dedicata alla Giornata mondiale dei Diritti del Fanciullo. Data importante che ci ricorda l’adozione, nel 1959, da parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite della Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo. Ricordarne i principali articoli e vedere come questi siano totalmente rinnegati dal Governo italiano in varie parti della nostra nazione, in particolare a Taranto, continua ad indignarci. Soprattutto, in questo anno segnato da una pericolosissima pandemia. Risulta insopportabile la doppiezza di un Governo che da un lato predispone prescrizioni pressanti per tutelare la salute dei cittadini, con particolare attenzione per i più deboli, e dall’altro insiste nel tutelare aziende le cui produzioni fuorilegge sono già state dichiarate incompatibili con la salute e la vita stessa dei cittadini. Riteniamo volgare ed indegno ricordare questa giornata in una nazione democratica che permette ancora oggi ad una azienda, ora condotta da una multinazionale franco-indiana, di stringere in un abbraccio mortale i nostri figli, di regalare loro caramelle avvelenate. Ed è, questa, la giornata che più ci fa tornare alla mente l’indisponente ipocrisia di chi si attiva prontamente per rassicurare un bambino sull’arrivo di Babbo Natale e continua a negare una risposta, peraltro promessa, a migliaia di liberi cittadini italiani che continuano ad inviargli una lettera per pretendere il rispetto della Costituzione italiana. Lo Stato, già ritenuto colpevole dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, di non aver tutelato la salute e la vita dei tarantini e quindi condannato a porre rimedio alla situazione tuttora esistente, continua  perseguire la strada della produzione d’acciaio altamente inquinante, mettendo sul piatto addirittura aiuti economici alla multinazionale, pur di non farla andare via, come da desiderio del premier Conte. Non c’è alcunché da festeggiare, a Taranto, in questa giornata; ci sono solo tanti genitori che legano alla propria vita ricordi, pensieri e, guardando la foto di figli che non ci sono più, desideri spezzati su cosa avrebbe potuto essere il loro futuro. Non c’è alcunché da festeggiare, qui. C’è solo una serie di diritti totalmente negati di cui gran parte d’Italia non sa nulla, vittima dell’informazione manipolata. C’è una dignità calpestata, in spregio all’articolo 3 della Carta costituzionale che riconosce pari dignità ai cittadini tutti. C’è la giornaliera processione infinita per la chemioterapia, anche per molti bambini. E ci sono troppe bare bianche che chiedono giustizia. Una giustizia che, temiamo, non arriverà mai, a Taranto, possedimento della Repubblica italiana. Associazione Genitori tarantini - ets (disegno di Massimo Wertmuller)

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