Taranto: ‘Non c’è più tempo da perdere, il lavoro è un’emergenza’

Nota di Francesco Solazzo, Segretario Generale CISL Taranto Brindisi

CRONACA
21.03.2021 11:35

Ormai sono mesi che ascoltiamo e leggiamo dichiarazioni in merito all’utilizzo delle risorse del Recovery fund che, a ogni piè sospinto vengono indicate come lo strumento che ci salverà dalla palude nella quale i nostri territori rischiano di sprofondare. Leggiamo e ascoltiamo i tanti annunci che vengono fatti, con velocità straordinaria, dal politico di turno ogni qualvolta questo o quel ministero, questo o quel comune o la Regione mette finanziamenti a disposizione. Abbiamo vissuto con speranza il CIS Taranto, istituito con la legge n. 20 del 4 marzo 2015, che con il passar del tempo ha visto lievitare l’entità dei finanziamenti a disposizione; prima dell’ennesima fermata (a seguito del terzo cambio di governo dalle ultime elezioni dell’anno2018) si sarebbe già arrivati ad oltre 1 miliardo, ma senza aver prodotto un solo posto di lavoro. Così come tante sono le speranze che da anni Taranto ripone nella realtà portuale, perché diventi volano di sviluppo ed alternativa alla monocultura della grande fabbrica. Come sindacato non ci siamo mai sottratti a qualsiasi confronto potesse risultare utile alla creazione di nuove opportunità lavorative, oltre a richiedere e pretendere tavoli di confronto ogni qual volta sia a rischio un solo posto di lavoro. Però ora basta! Perché l’agenda delle sofferenze che stanno interessando tante lavoratrici e tanti lavoratori del nostro territorio, ormai è piena! Progetto Verde Amico (131 lavoratori); Agromed (28 lavoratori); Albini (118 lavoratori); AGS (200 lavoratori); ex Marcegaglia (60 lavoratori); lavoratrici e lavoratori delle mense scolastiche (circa 700); Leonardo Grottaglie (probabili esuberi per 1000 lavoratori diretti, oltre indotto e servizi collegati). In queste ore pare che ArcelorMittal abbia inviato alle aziende dell’appalto una comunicazione con cui dichiara la sospensione produttiva, in particolare quella relativa alle attività connesse all’AIA. Evidenziando, inoltre, che ad oggi dell’accordo del 10 dicembre u.s. stipulato tra Invitalia e A.M. non vi è alcun seguito, se non l’attesa, ancora una volta, degli atti della magistratura, inerenti al giudizio di merito dinanzi al Consiglio di Stato previsto per il 13 maggio e relativo alla impugnazione dell’ Ordinanza del Sindaco di Taranto del mese di febbraio 2020 con cui si intimava alle due società, A.M. e Ilva in As, di individuare le cause delle emissioni e intervenire entro 30 giorni o spegnere gli impianti nei 30 giorni successivi. Tale situazione di impasse mortifica la speranza che con l’ingresso dello Stato si potesse realizzare finalmente la svolta tanto attesa dai lavoratori e dalla città, svolta di natura ambientale, sociale, occupazionale, ovvero industriale. E quindi ai numeri su esposti si aggiungono 20mila lavoratori, tra diretti e indiretti; il che rende sempre più quella fabbrica nemica di questa Taranto. Se qualcuno è in attesa di quelle risorse europee che tutti rivendicano ma per le quali, a oggi, non esiste alcun progetto, noi consigliamo di svegliarsi da un torpore che rischia di provocare una ecatombe produttiva ed occupazionale. E non solo! E crediamo di non esagerare, visti i numeri su esposti e considerando che altri sono pronti ad aggiungersi se alle passerelle e alle dichiarazioni di principio non seguiranno atti e azioni evidenti e concretizzabili immediatamente. Certo, non con i tempi e con i vaniloqui che hanno caratterizzato la storia atavica della costruzione della Regionale 8 (Strada Litoranea interna Talsano-Avetrana), la quale, oggi, a distanza di oltre 30 anni dalla sua ideazione pare nuovamente essere messa in discussione atteso che, clamorosamente, con atto di Giunta regionale n. 1603 del 17.9.2020 si è definanziato il progetto per un importo di E. 70.600.000. Circostanza, quest’ultima, apparentemente e sorprendentemente ignorata dalle istituzioni locali. Insieme a Cgil e Uil, abbiamo sollecitato, ancora una volta, S.E. il Prefetto di Taranto, a riprendere i tavoli relativi alle tante vertenze su esposte e sulle quali il rischio è un calo di attenzione. Alla sollecitazione ha fatto seguito una pronta convocazione. Ma sappiamo bene che questo non basta e infatti, come sindacato, con una lettera del 12 marzo abbiamo richiamato l’attenzione finanche del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, affinché si riattivasse il tavolo del CIS. A tal proposito, auspichiamo che con la nomina della Ministra per il Mezzogiorno e la coesione territoriale, Mara Carfagna, a responsabile del CIS Taranto (decreto Presidente del Consiglio del 15 marzo) possa riaprirsi una fase di confronto “partecipato” e teso a rilanciare l’economia del territorio, attenzionando il sistema produttivo e lavorativo locale, principio sancito nella clausola sociale premiale inserita ultimamente nel CIS Taranto. Ciò perché, ormai, imprese locali e i rispettivi dipendenti sono al collasso. L’emergenza sanitaria sta incidendo profondamente sulla salute, sulla economia e anche psicologicamente sulle persone di ogni età. Le tante criticità vissute dalla scuola, dal corpo docente e soprattutto da coloro i quali dovrebbero essere i principali beneficiari del sistema educativo del nostro Paese, sono l’altra faccia della medaglia di realtà territoriali che subiscono una organizzazione dei trasporti, o meglio una disorganizzazione dei trasporti, che non ha potuto garantire la mobilità studentesca tanto da portare, come unica soluzione, alla chiusura delle e scuole, privando così formazione, educazione e socialità al futuro del paese, ovvero ai nostri giovani. Il “dopo Covid” lascerà debiti economici e sociali che potremo onorare solo se non lasceremo trascorrere il presente inutilmente e/o in attesa che qualcuno si ricordi di una città che soffre profondamente da tempo. E soprattutto non va dimenticato tutto il Settore del turismo, del wedding, della ristorazione, dello sport (palestre), settori anche questi al collasso e a rischio di estinzione. Come sindacato, continueremo a fare la nostra parte con responsabilità e coerenza, pronti a confrontarci sempre con atteggiamento propositivo e teso a concretizzare soluzioni realizzabili. Alle istituzioni ed alla politica, a tutti i livelli, chiediamo altrettanta responsabilità e coerenza e, soprattutto, chiediamo di spogliarsi da quei protagonismi che rischiano di rivelarsi un boomerang se alle criticità esistenti non si è in grado di trovare, in un percorso condiviso, risposte pronte e concrete. Non c’è più tempo da perdere! Facciamo presto! Quella del lavoro è una emergenza! (Comunicato stampa)

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