[Video] Taranto: Il saluto di Panarelli, ‘Ho dato tutto’

Terminato il percorso sulla panchina rossoblu, il tecnico si è congedato con una conferenza stampa

TARANTO
Alessio Petralla
24.05.2019 12:05

Una conferenza stampa di ringraziamento tenuta dall'ormai ex tecnico del Taranto Gigi Panarelli, il quale ha ripercorso la sua stagione dalla sfida con il Bitonto a quella con il Cerignola. Non sono mancati i momenti di commozione: "Devo ringraziare tanta gente per l'avvincente percorso vissuto. Le diapositive della stagione  mi passano per la testa: come i 10000 allo stadio e l'epilogo che doveva essere diverso. Ringrazio la città che mi ha accolto con scetticismo, ringrazio il popolo rossoblù perchè sono tarantino e tifoso. Certo non si può piacere a tutti, ma ho ricevuto tanti attestati di stima. Ho trovato una tifoseria matura che non ha mai contestato. Mi sento di ringraziare lo staff tecnico e di servizio: tutti hanno dato tanto. Ringrazio i due addetti stampa e Nicolò, entrato a far parte di questa famiglia. La stampa ha svolto un ottimo lavoro: ero entrato a gamba tesa per far capire il percorso e somo stati sempre giusti creando stima reciproca. Questo è segno di maturità. RIngrazio tutti i calciatori che ho incontrato il 27 agosto: erano trentaquattro, poi sono diventati ventisette. Hanno lavorato dando sempre piena disponibilità dopo aver iniziato con un altro tecnico che vedeva il calcio in maniera differente dalla mia. Spero di aver dato qualcosa. E poi, un sentito ringraziamento alla famiglia Giove che mi ha dato l’opportunità di allenare la mia squadra del cuore. Leggo che si è alla ricerca si un allenatore esperto, ma su questo ho una mia idea. Non è una questione di carta d'identità, l'esperienza si accumula nel settore, da calciatore o con chi hai avuto a che fare. Prendete De Zerbi, ha due anni meno di me eppure allena in Serie A. Serve personalità, carattere e professionalità. Ho iniziato e finito il campionato e non so quanti allenatori hanno avuto quest'onore a Taranto. Non abbiamo vinto il campionato, ma al 90% siamo riusciti a ottenere ottimi risultati. Bisogna avere prerogative importanti per allenare il Taranto e vincere in una città esigente che vuol tornare nel calcio che conta. A chi verrà auguro tutto il bene e che lo accogliate con grande fiducia".

L'ESONERO: "È stato un fulmine a ciel sereno, anche se Giove ha sempre sostenuto che se non si fosse vinto avrebbe cambiato tutto. In ogni caso, ho convocato questa conferenza stampa per ringraziare tutti. Poi uno prende delle decisioni e vanno accettate".

ERRORI: "Ho commesso degli errori, ma l'importante è mettersi sempre in discussione senza attribuire delle colpe. Mi sono sentito di prendere questa responsabilità. Non ho avuto problemi con niente e nessuno e non ho nulla da nascondere. Cerignola? La mia squadra non aveva mai subito cinque go preparando ogni partita alla stessa maniera. Spero che il nuovo allenatore possa colmare quel 10% che non ci ha permesso di essere perfetti da colmare".

IL PERCORSO: "Non cambierei nulla. Avrei voluto solo cominciare il mio percorso dall'inizio. Per il resto mi prendo tutte le mie responsabilità. Ho accettato questa squadra e poi ho preso qualche altra pedina che interpretasse il calcio come penso io. Ero consapevole che con la squadra iniziale si potevano fare grandi cose".

GIOVE: "Il presidente è un passionale, ci sentivamo anche sette-otto volte al giorno. L'esonero? Magari il modo in cui è arrivato può essere condivisibile o meno, ma non mi sento di giudicare".

SACRIFICI: "Qui tutti abbiamo fatto dei sacrifici lasciando spesso le famiglie e i figli. Il dolore è tanto. Avrei voluto continuare perchè si stava intraprendendo un percorso di crescita. La gara di domenica capita una volta ogni cento anni, anche se effettivamente essendo una finale non doveva accadere. Non si era rotto nulla, si lavorava tutti per lo stesso comune denominatore".

IL FUTURO: "E' passato poco tempo, forse molti pensavano che sarei rimasto a Taranto, perciò non mi è arrivata nessuna chiamata".

FORMAZIONE: "Non ho mai cambiato 8/11. Capitava di far giocare due-tre pedine diverse, ma nello stilare l'undici titolare ci sono tante situazioni: la regola degli under, gli infortuni, gli squalificati, il tipo di partita che si affronta. Sono stato calciatore e quando il tecnico recitava la formazione il martedì, ero morto se non giocavo e se dopo qualche settimana scendevo in campo rispondevo da morto. Oggi non esiste più un undici titolare fisso".

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