Taranto: Tissone 10 anni dopo, ‘Ho ancora tanto da mostrarvi’

Dalla Serie A al sogno spezzato della nazionale argentina, il rossoblu si racconta a gianlucadimarzio.com

TARANTO
17.03.2021 09:37

Testa alta, tiro e gol da trenta metri, nell'angolino: "Come quello contro il Livorno, quando ero all'Atalanta anche se...forse questo è ancora più bello, il video ha fatto il giro d'Italia". Questa volta è accaduto in Serie D, a Portici, dove il suo Taranto ha vinto 4-1. Fernando Tissone ricomincia da dove aveva lasciato: grandi giocate e gol spettacolari. L'ultima rete italiana il 3 maggio 2011 con la Sampdoria, in un rocambolesco 3-3 col Brescia. Dieci anni dopo una nuova vita in Italia "ma con la stessa grinta e voglia di vincere". Il centrocampista argentino classe 1986 è l'uomo copertina del Taranto, attuale capolista del girone H. Domenica scorsa il primo gol in D: "Ho provato la stessa emozione del mio primo in serie A", racconta a gianlucadimarzio.com. Una carriera di primo livello interrotta da un infortunio: "Mentre sentivo il profumo della convocazione nella nazionale argentina". 163 presenze e sette assist in Serie A, con le maglie di Udinese, Atalanta e Sampdoria, 100 in Liga, tra Maiorca e Malaga, una Coppa di Portogallo vinta con la maglia del Desportivo Aves in una storica finale contro lo Sporting Lisbona. Il grande calcio lo ha vissuto da protagonista e ha deciso di rimettersi in gioco: "Subito dopo la vittoria di Portici mi hanno chiamato e scritto in tanti, anche ex compagni di Samp, Atalanta e Udinese, ho un rapporto speciale con tutti". "Un infortunio spezzò il sogno della convocazione in nazionale argentina". Ricordi, tra opportunità, successi e sliding doors: "Non rimpiango nulla, son contento della mia carriera - prosegue Tissone - ho solo un rammarico. Quando ero a Malaga, nel 2014, mi ruppi il crociato, ero in grande forma in quel periodo. Ero ad un passo dalla nazionale, l'Argentina nel mio ruolo aveva solo Mascherano. Sembrava fatta, ma l'infortunio spezzò per sempre il mio sogno". Carriera in bilico e forza di volontà: "Quella che mi ha trasferito mia figlia Itzel quando ho accettato la sfida di Taranto in serie D, il gol di domenica scorsa lo dedico a lei e voglio dedicargliene ancora tanti". L'incoraggiamento di Spalletti, la carica di Delneri e la classe di Cassano. Una carriera trascorsa accanto a maestri del nostro calcio. Ad accogliere Tissone ad Udine, nel 2005, fu Luciano Spalletti. L’allenatore toscano dopo poche partite con la Primavera lo inserì in prima squadra. “con calciatori del calibro di Di Natale, Di Michele, Iaquinta, Jankulovski, Muntari, Pizarro e Sensini". Nel 2006 il passaggio all'Atalanta di Gigi Delneri: "Per me è stato quasi un padre, mi spostò davanti alla difesa ed ebbe ragione, disputai 33 partite da titolare - prosegue Fernando - il più forte con cui abbia giocato? Antonio Cassano, fantasia nella testa e classe nei piedi". Il calciomercato e le trattative sfumate: Milan, Roma e quest'anno col Brescia... "Nel 2011, quando ero alla Samp, sono stato vicino a Milan e Roma, poi il Milan prese Nocerino, la Roma puntò su Fernando Gago". Fernando Tissone ha girato il mondo, col mercato che ha ha scandito fino ad oggi la sua vita e la sua carriera: "Nell'ultimo anno ho vissuto una situazione anomala per un calciatore che ha giocato 14 anni nelle massime serie. A ottobre, nelle ultime ore di mercato, era stato a un passo dal Brescia di Delneri, poi non se ne fece più nulla perché il mister venne esonerato". E qui si apre la strada del Taranto, che: "nonostante la categoria si è rivelata la situazione più interessante". La ripartenza dalla Serie D, ma “con la magia di Taranto è tutto diverso". 1° gennaio 2021, arriva la chiamata del direttore sportivo del Taranto Francesco Montervino: "È stata la mia famiglia a spingermi verso questa avventura, avevo voglia di tornare a giocare in Italia". Piazza calda e importante, di quelle che: "se mi guardo attorno non sembra di essere in D". Cambia la categoria, non l'ambizione: "Ho ancora tanto da mostrarvi - rivela sorridendo Tissone - nessun sogno nel cassetto, voglio solo vedere lo stadio 'Iacovone' pieno e l'entusiasmo della gente in città, vorrà dire che è passata la pandemia e avrò vinto il campionato". È la magia del calcio, che non conosce categorie. (Fabrizio Caianiello per www.gianlucadimarzio.com)

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