Eccellenza: Il Brindisi rischia si perdere il diesse Dionisio
Inutile girarci attorno. Ormai la notizia è su tutti gli organi di stampa e sui social. Nella società del Brindisi è in atto un acceso dibattito. L’impressione è che l’esonero di Danilo Rufini abbia allargato ulteriormente la distanza tra le due anime della proprietà. Troppo diverse, per idee e modi di intendere il calcio. La scelta di Massimiliano Olivieri pare non abbia ricevuto la benedizione di Umberto Vangone, titolare del 50% delle quote ed un altro scossone potrebbe avvenire in caso di nomina di Mino Manta a direttore sportivo. Questi sono i fatti. E con questi bisogna fare i conti. Inutile schierarsi da una parte o dall’altra. Si tifa per il Brindisi e non per chi lo rappresenta. Certo, ognuno deve assumersi la responsabilità delle proprie scelte e delle proprie mosse a cominciare dall'esonero di Rufini, per finire alla scelta dei nuovi elementi, soci, dirigenti o allenatori che siano.
DIONISIO - Su una figura, però forse vale la pena spendere qualche parola. Il Brindisi adesso rischia seriamente di perdere il suo attuale ds Nicola Dionisio. E questo si che sarebbe un peccato. Chi non vive ‘solo’ di calcio locale sa bene che Dionisio rappresenta un profilo alto, un professionista stimato e rispettato da tutti, e che conosce tutti. Ne è la dimostrazione il clamore che ebbe il suo ingaggio a Brindisi. Un uomo soprattutto presentabile ed in grado di rappresentare il club di una città importante.
PASSI AVANTI - Questa società (non si può negarlo) ha fatto passi avanti importanti in questo nuovo corso. Basti pensare al ritiro di Serino, al nuovo staff medico, al ristorante per i calciatori. Dettagli che nel calcio fanno la differenza.
Ma ora la squadra ha bisogno di tranquillità e non di polemiche. Ed allora i soci (tutti) devono essere bravi a blindarsi e confrontarsi. Magari anche scontrandosi, ma cercando di portare a termine, ognuno per la sua parte, il progetto iniziato con tanto entusiasmo e passione. Un ruolo importante, nel ricompattare il gruppo, può averlo Francesco Bassi, colui che con caparbietà, in tempi non sospetti, diede vita a questa avventura. Nel calcio sono pochi gli elementi indispensabili: soldi, senso di responsabilità e organizzazione. Si può ancora fare. Basta volerlo. (Da brindisimagazine.it)