La possibile privatizzazione degli asili nido comunali di Taranto sta sollevando un’ondata di preoccupazione tra sindacati e associazioni. Nonostante il Consiglio Comunale, lo scorso 4 febbraio, abbia approvato all’unanimità una mozione contro l’esternalizzazione, si apprende che il Commissario Straordinario potrebbe procedere comunque con il provvedimentol

Lo SNALV Confsal e la Confsal Funzioni Locali, in una nota congiunta, hanno ribadito la loro contrarietà, sottolineando come l’esternalizzazione non comporterebbe alcun risparmio per il bilancio comunale, smentendo quindi la motivazione addotta dall’amministrazione. A conferma di ciò, viene evidenziato che il Comune di Taranto ha ricevuto oltre 7 milioni di euro dal Fondo di Solidarietà Comunale, destinati esclusivamente alla gestione e al potenziamento degli asili nido pubblici.

I nodi critici: risorse non spese e bilancio irregolare

Le organizzazioni sindacali hanno inoltre ricordato che il Comune di Taranto è stato commissariato dal Ministero dell’Interno nell’ottobre 2024 proprio per il mancato utilizzo dei fondi assegnati nel 2022 e 2023, pari a oltre un milione di euro. Inoltre, la nuova programmazione per il 2025 conterrebbe dati errati e incongruenze nella gestione delle risorse non spese negli anni precedenti, senza una chiara destinazione per i fondi non rendicontati.

Secondo i sindacati, non è mai stato chiarito quali costi si intenda risparmiare con l’esternalizzazione, considerando che le retribuzioni delle educatrici, le utenze, la manutenzione e i servizi ausiliari resterebbero comunque a carico del bilancio comunale. Risorse che, invece, potrebbero essere coperte con i trasferimenti regionali e statali, garantendo la continuità del servizio pubblico senza penalizzare le strutture private.

Le richieste al commissario straordinario

Lo SNALV Confsal ha chiesto un incontro urgente con il Commissario Straordinario per discutere della questione e per chiedere il ritiro della delibera di esternalizzazione, oltre alla revisione della programmazione ministeriale. I sindacati hanno presentato una serie di proposte concrete per garantire il mantenimento del servizio pubblico, tra cui:

1. Conferma della gestione pubblica degli asili nido;

2. Tutela e valorizzazione delle educatrici, con avanzamenti di carriera e garanzia delle loro mansioni;

3. Utilizzo del Fondo di Solidarietà Comunale per migliorare strutture e attrezzature;

4. Riduzione delle rette a carico delle famiglie;

5. Miglioramento delle condizioni di lavoro per i dipendenti delle cooperative esterne.

Il caso continua a far discutere, con i sindacati pronti a difendere la gestione pubblica degli asili nido, ritenuta essenziale per garantire pari opportunità educative a tutti i bambini e una qualità del servizio adeguata agli standard richiesti.