Puglia: Perrini, ‘Tamponi antigenici né a medici famiglia né laboratori’
‘Così il contagio aumenta e rimaniamo in zona arancione’
Dall’inizio della pandemia ricevo richieste d’aiuto di gente preoccupata che non riesce a fare il tampone. Come abbiamo imparato a sapere, farli ha diverse valenze. Serve per verificare lo stato di salute, per tracciare i contatti, curare i sintomatici e isolare gli asintomatici. Nonostante per alcuni cittadini è previsto l’obbligo di sottoporsi a tampone (ad esempio per lavoro o viaggi), nella provincia di Taranto è sempre stato un problema riuscire a farli tramite asl. Il laboratorio pubblico che li processa è uno solo, al Santissima Annunziata. E se già questa estate aveva una lista d’attesa che in alcuni casi superava i 10 giorni di isolamento propedeutici, vanificandone l’utilità, oggi, quel laboratorio non ce la fa più, come confermato dalle autorità sanitarie nazionali, il tracciamento è completamente saltato. Da mesi chiedo di conoscere quanti tamponi vengono fatti quotidianamente base provinciale, essendo questo un dato fondamentale per gli studi epidemiologici, ma il bollettino non lo ha mai fornito. Ma da alcuni calcoli sono certo che a Bari ne fanno almeno il triplo che a Taranto. Ora leggo che sono stati mandati i militari per fare i tamponi, ma mentre nelle altre provincie vanno a costituire nuovi punto drive in, non ho capito perché da noi vengono mandati nei due punti già esistenti di Massafra e Taranto. Del resto non serve aumentare i drive in se poi il laboratorio che li processa è sempre solo uno, già al massimo della capacità. Il ministero della difesa aveva annunciato che già due settimane fa doveva essere pronto il laboratorio nell’ospedale militare di Taranto, dove sta? Purtroppo il basso numero di tamponi effettuato in Puglia (circa sei mila al giorno, a fronte dei venti mila della Campania) ci ha posto in zona arancione. La Puglia è la regione con più basso numero di test e di personale per i tracciamenti. Se bar e ristoranti sono chiusi, e non si può andare da un comune all’altro, è soprattutto per questo. Di contro abbiamo la letalitá più alta: meno tamponi, più positivi. Siccome tra due settimane le tabelle per il colore delle zone verranno riviste, cosa sta facendo la regione Puglia per passare a zona gialla? Ve lo dico io: anziché aumentare i tamponi, li diminuisce. Infatti con una nota di due giorni fa ha vietato a tutti i laboratori privati che fin qui facevano test antigenici, di continuare a farne. Da oggi sono autorizzati solo quelli in convenzione, i quali ancora aspettano pagamenti e accordi dalla regione, e quindi non ne fanno. Non sto qui a spiegarvi nel dettaglio caso per caso, ma ormai, purtroppo, tutti voi avete Conoscenza diretta di parenti e amici che solo grazie a un tampone privato hanno potuto scoprire positività, e mettersi in autoquarantena insieme ai propri familiari e contatti che hanno autonomamente avvertito. Se Avessero aspettato la asl sarebbero ancora in attesa di tampone e a piede libero. Purtroppo da oggi, con la decisione della regione Puglia di vietare tamponi a centinaia di laboratori, che finora hanno coaudiuvato se non sostituito il lavoro della asl, questo non sarà più possibile. Sono certo che questa scelta contribuirà ad aumentare il contagio. D’altra parte neppure può essere giustificata dal voler difendere il pubblico. Perché da lunedì scorso il ministero ha fornito i tamponi antigenici ai medici di famiglia e pediatri, ma in Puglia quanti medici li stanno facendo nel proprio laboratorio? Cosa ha fatto la regione per agevolarli? Ad esempio il Presidente della regione Veneto ha obbligato i medici e i veterinari a eseguire i test pena annullamento della convenzione, la Puglia invece cosa ha fatto? Non agevola il pubblico, e vieta i privati. Se fino a qui la gestione di Emiliano e Lopalco ci ha portato in zona arancione, non consentiremo di farci rimanere di questo colore a lungo. I cittadini devono fare sacrifici e rispettare le regole, ma anche le istituzioni devono fare la loro parte. Per questo ho chiesto a Emiliano e Lopalco di aumentare il numero dei tamponi aumentando il numero di laboratori sia privati che pubblici, insieme ai medici, che li eseguono. E alla asl di Taranto, ancora una volta, di comunicare il dato di tamponi fatti su base provinciale. Più si conoscono dati e focolai, meglio si contiene il contagio. Non si escludono infatti nei prossimi mesi provvedimenti per zone su base provinciale. A Taranto dobbiamo assolutamente abbassare la curva dei positivi, perché come sapete anche gli ospedali, come tutti noi, non ce la fanno più. La strategia portata avanti fin qui da Lopalco ed Emiliano, da loro chiamata “tamponite” che consiste nel tenere basso il numero di tamponi per tenere basso il numero dei positivi registrati, ci ha portato in zona arancione e con gli ospedali saturi. Abbiamo bisogno di rivederla e noi siamo pronti a dare il nostro contributo.