Fantocci e manichini, corsi e ricorsi storici del calcio
Corsi e ricorsi storici. Il manichino appeso con la scritta «Bongiovanni bastardo» sul sottopasso di viale Magna Grecia è solo l'ultimo di una serie di episodi analoghi verificatisi nel mondo del calcio.
ROMA-LAZIO Lo scorso maggio lo storico gruppo laziale degli “Irriducibili” espose tre fantocci impiccati con indosso le maglie dei giocatori Daniele De Rossi, Mohamed Salah e Radja Nainggolan e un quarto senza nome in via degli Annibaldi, a Roma, a pochi passi dal Colosseo. Sopra di essi uno striscione: «Un consiglio senza offesa, dormite con la luce accesa». I sostenitori laziali rivendicarono il gesto definendolo un «sano sfottò». A distanza di qualche settimana, la controparte giallorossa rispose: «Un consiglio senza offesa. Dormite con la stufa accesa. -17».
ALL’ESTERO Nel febbraio 2016, nel corso della gara tra Ajax e Feyenoord, un tifoso dei Lancieri calò dalla curva l'omino di pezza strozzato con la maglietta di Kenneth Vermeer, il portiere della squadra di Rotterdam colpevole di aver accettato il trasferimento agli odiati rivali nell'estate del 2014. Il sostenitore dell'Ajax se la cavò con 80 ore di servizi sociali. A Marsiglia, nel settembre 2015, i tifosi della formazione locale misero il pupazzo raffigurante l'ex Mathieu Valbuena impiccato a un montante, durante la sfida di Ligue 1 tra OM e Lione. I marsigliesi lo definirono «traditore» per aver accettato l'offerta dei loro nemici dopo che la società ritirò la sua divisa numero 28 in segno di rispetto e riconoscimento per gli anni di militanza. Nel luglio del 2015, alla notizia del passaggio di Maxi Pereira dal Benfica al Porto, i tifosi delle Aquile di Lisbona appesero nei pressi dell'Estadio da Luz la gigantografia del laterale impiccato da una corda. A gennaio dello stesso anno a Liegi, in Belgio, i supporters dello Standard diedero il bentornato all'ex Steven Defour, ora all'Anderlecht, con un immenso striscione esposto in curva che ritrae Jason, il protagonista del film horror Venerdì 13, che decapita il calciatore, con la scritta «Red or Dead», «Rosso o morto». Defour replicò facendosi espellere dal campo per aver lanciato la palla in modo violento verso la tribuna della squadra di casa.
CIRO Nel maggio del 2014 nel quartiere Sanità, a Napoli, apparve un manichino con la maglia della Roma e una corda al collo, a cui si aggiunse uno striscione con la scritta: «Ciro, non faremo festa finché di Gastone non avremo la testa. Romanista infame». Un chiaro riferimento a Ciro Esposito, il tifoso napoletano ucciso a colpi di pistola dall'ultrà romanista Daniele De Santis, il quale fu anche oggetto di pesanti insulti sulle saracinesche dei negozi.
RAZZISMO Dietro questi episodi si cela anche il razzismo, come nel caso dell'aprile 1996, quando i tifosi del Verona costruirono un fantoccio vestito da calciatore, dipinto con la faccia nera e impiccato sugli spalti dello stadio Bentegodi con una scritta addosso: «negro go away», «negro vai via». Gli ultrà vollero protestare contro la decisione della società gialloblù di acquistare per la stagione successiva il giocatore olandese di colore Michel Ferrier. Due persone furono arrestate per istigazione alla violenza razziale e violenza privata.