Taranto: Autorizzazioni ricerche idrocarburi, Bonelli risponde a Vianello
Il deputato del M5S Giovanni Vianello oggi mi ha accusato di fake news, proprio chi ci ha dispensatodi lezioni di coerenza da militante grillino, salvo una volta eletto alla Camera dei Deputati cambiare posizione su tutto: da Ilva sino alle trivelle. Vianello era quello dell’Ilva chiusa salvo poi approvare tutti i provvedimenti voluti dai governi, che lui ha sostenuto da quello con la Lega di Salvini a quello con il PD che hanno consentito di riportare la produzione di acciaio ad 8 milioni tonnellate con la promessa di un’estensione dell’immunità penale a favore di Mittal , salvo poi dire che noi dicevamo falsità. E’ un copione noto. Sto ai fatti e rispondo al deputato Vianello. I permessi di ricerca di idrocarburi sono stati sospesi con il decreto legge 135/2018 all’art.11 ter per 24 mesi in attesa dell’adozione del piano PiTESAI. Nel febbraio 2020 il M5S ha presentato un emendamento che autorizzava la proroga di altri sei mesi, ma questo ieri lo avevo già scritto e dichiarato. Devo dire che è disarmante che un parlamentare della Repubblica italiana non conosca le leggi che lui stesso ha approvato. Secondo il DL 135/2018 il PiTESAI la cui approvazione è subordinata la moratoria, dovrà essere approvato entro l’11 febbraio 2021, su questo punto siamo d’accordo tutti. Qual è il problema e dove Vianello omette di fornire un’informazione importante? La prima cosa è che se non viene approvato questo piano la moratoria decade per legge. Dopo circa due anni dall’approvazione del DL 135/2018 del piano PiTESAI non si ha alcuna traccia e i due ministri che la legge individuava come quelli che lo avrebbero dovuto scrivere, il ministro dell’Ambiente Costa e il ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli, tacciono ! Perché sino ad oggi nulla è stato fatto e colmare questa gravissima negligenza e si ricorre allo strumento della proroga della scadenza dei termini per l’adozione del piano ? per due motivi: perché non lo hanno ancora redatto e perché non c’è consenso nel governo. Chi legge deve sapere , visto che il parlamentare Vianello parla di fake news, che Il comma tre dell’art.11 ter prevede che: “3. Il PiTESAI e' adottato previa valutazione ambientale strategica e, limitatamente alle aree su terraferma, d'intesa con la Conferenza unificata. Qualora per le aree su terraferma l'intesa non sia raggiunta entro sessanta giorni dalla prima seduta, la Conferenza unificata e' convocata in seconda seduta su richiesta del Ministro dello sviluppo economico entro trenta giorni, ai sensi dell'articolo 8, comma 4, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281. In caso di mancato raggiungimento dell'intesa entro il termine di centoventi giorni dalla seconda seduta, ovvero in caso di espresso e motivato dissenso della Conferenza unificata, il PiTESAI e' adottato con riferimento alle sole aree marine.“ Cosa significa? 1) che per le aree marine deve essere avviata la procedura di VAS che per legge ha una durata minima di 90 giorni, ma come è noto la procedura di VAS può partire solo se c’è un piano ed il piano ad oggi non c’è! 2) per le ricerche di idrocarburi in terra ferma il piano dovrà avere il parere della conferenza unificata Stato Regioni che in assenza di intesa equivale allo stop del piano e quindi alla ripresa delle trivelle. Una prima domanda: perché dopo due anni il partito dell’On. Vianello nulla ha fatto affinché fosse approvato il piano PiTESAI. La difficoltà o non volontà nel fare o non fare il PiTESAI trova conferma nel fatto che alcuni giorni fa nel decreto mille proroghe proposto al Consiglio dei Ministri all’art.20 veniva riproposta un’altra proroga alla moratoria per le ricerche di idrocarburi. E’ noto che una delle richieste che Italia Viva, il partito di Renzi, ha chiesto come condizione a Giuseppe Conte nella verifica dei giorni scorsi è anche la ripresa delle ricerche di idrocarburi e quindi lo stop alla moratoria come ENI chiede da tempo. Infatti l’art.20 che prevedeva la proroga alla moratoria è stata stralciato. Il M5S annuncia che ha presentato un ordine del giorno alla legge di bilancio in discussione in Parlamento che chiede “di bloccare tutte le nuove trivelle e air gun”. Anche gli studenti delle medie superiori sanno che un o.d.g. non è legge e che non produce alcun effetto, perché il M5S non ha presentato una norma di legge alla legge di bilancio? La domanda è semplice: perché nella maggioranza di governo non c’è consenso considerato che quello che Vianello chiede nel suo ordine del giorno è stato levato dal decreto mille proroghe da una manina amica dei petrolieri. Non sarà possibile costruire una strategia energetica nazionale che centri l’obiettivo del 100% rinnovabili prima del 2050 se il governo punta ed investe sulle fonti fossili e blocca gli impianti di energia rinnovabile. Al largo di Rimini è stato bloccato un impianto di energia eolica da 330 MW a causa dell’opposizione dell'amministrazione locale, della regione Emilia Romagna e di molti parlamentari come il deputato di Italia Viva Marco Di Maio". Non c'è scandalo se di fronte a Rimini ci sono decine trivelle autorizzate che bucano il fondale marino alla ricerca di idrocarburi, lo scandalo è rappresentato dalle pale eoliche che rovinerebbero il paesaggio: 'Trivelle si Eolico No' è questo il vero scandalo che compromette la transizione energetica nel nostro Paese perché la lobby del petrolio in Parlamento è forte nonostante sia contro il futuro e la storia. La conseguenza di questo pasticcio è che il governo sta compromettendo il raggiungimento degli obiettivi della legge sul clima previsti dall’Europa perché ancora una volta il nostro paese guarda alle fonti fossili. Noi Verdi siamo pronti a sostenere la battaglia sulla moratoria delle trivelle ma confermiamo nostro malgrado che l’anno prossimo, settimana in più o meno poco cambia, le ricerche di idrocarburi rischiano di essere autorizzate a causa della negligenza o per un atto scientificamente programmato che non ha portato all’approvazione del famoso PiTESAI. Caro Vianello cerca di essere serio fai il parlamentare e fatti approvare le leggi e non gli ordini del giorno. C’è un detto ricorrente nelle assemblee legislative: un ordine del giorno non si nega mai a nessuno... nemmeno a Vianello.