Taranto: Salvatore Fuggiano, ‘Ecocompatibilità ex Ilva è possibile’
Mentre il Governo nazionale annuncia l'ingresso nella gestione dello stabilimento siderurgico con uno stanziamento di 450 milioni di euro, i tarantini continuano a interrogarsi sul futuro della città, in termini occupazionali e ambientali. E' evidente la necessità di un'inversione di rotta che parta non già da una chiusura degli impianti (Bagnoli docet), ma piuttosto da un'ecocompatibilità dello stabilimento e della produzione dell'acciaio. Si raggiungerebbero così, a mio avviso, diversi risultati: la tutela della salute e del lavoro, la valorizzazione della posizione strategica del siderurgico nel Mediterraneo, gli indubbi vantaggi per l'area portuale e per l'indotto. Inoltre si otterrebbe una sostenibile crescita dell'economia locale con un considerevole apporto al Pil nazionale, insieme a una maggiore tutela e valorizzazione dell'ambiente e delle bellezze paesaggistiche e del turismo. Uno sviluppo sostenibile, insomma, perché a Taranto anche ArcelorMittal (che continua a inquinare, a licenziare, a collocare i dipendenti in cassa integrazione e a pagare con grave ritardo i fornitori) ha fallito. Basta con i ricatti e le prepotenze! Un futuro diverso per Taranto è possibile.