Spettacolo: 'E la musica mi gira intorno' la vita di Maurizio Casagrande in uno show

Cultura, musica e spettacolo
Redazione
29.11.2017 16:06

 

DI MARIA PASTORELLI

Il terzo appuntamento della rassegna teatrale 2017-18 del Teatro Orfeo ha qui avuto luogo lunedì 27 novembre con: “E la musica mi gira intorno” di Maurizio Casagrande, uno spettacolo teatrale congegnato al fine di raccontare la sua vita con la memoria che gli consegna musica. Quella raccontata dall’attore è una storia che finisce col creare uno specchio divertente di forza immaginifica che riflette istantaneamente le passioni, le fragilità, e gli sguardi ironici del protagonista sul pubblico, come se ne stesse riportando in vita, per una seconda volta, i tanti tasselli.  Ce li getta a uno a uno in volto, decorando con le mani e la sua voce espressiva risate, colori e suoni intorno. Racconta di sé annodando le parole alle canzoni, divertendosi, giocando e arrabbiandosi a tappe con tutti i suoi personaggi, cantando, suonando, ballando, entrando e uscendo continuamente dalle canzoni che hanno fatto la storia della musica dagli anni ‘60, anni della sua infanzia fino ai tempi odierni, tutto così in lui si ricrea e riaffiorano i ricordi. Sì… perché Maurizio ci ammonisce: “Un uomo senza passato non ha futuro”.

La musica emoziona se stessa e il suo pubblico, voltandosi a osservare il mondo intorno, con leggerezza, con divertente armonia, con ritmo e intensità scanditi dalla riproduzione pronta dei brani musicali.  Gli appuntamenti con le parole, coi musicisti che lo accompagnano sul palco e le canzoni, sono una valanga infinita di sorprese che si succedono a catena… Maurizio fin da bambino credeva che tutti fossero fatti di musica, per lui suonare è sempre stato un gesto semplice come imparare a parlare e camminare o mangiare. Ed è così che sul palco sistema gli strumenti musicali creando una scenografia fatta di suoni e di persone.  Sullo “avvenenti” coriste che interpretano via via i vari brani partendo dagli anni in cui i genitori si incontrano e si innamorano passando dalla nascita di Maurizio Casagrande attraverso un paio di buffi raccontini per arrivare poi al periodo in cui, cresciuto, inizierà a tastare con le proprie mani i vari strumenti musicali, tra cui la chitarra, il basso e la batteria eleggendo quest’ultima a sua compagna d’avventura per vari anni. Sempre dalla musica nasce la sua carriera come attore, un caso fa sì che una sera a teatro suo padre Antonio non è pronto ad esibirsi e chiede a Maurizio di sostituirlo ed è da lì che inizia un nuovo show che lo vede protagonista. Un po’ sorpreso dai complimenti ricevuti da alcuni addetti ai lavori inizierà una sua fortunata carriera artistica a livello teatrale e cinematografico. Poi passa a duettare con la sua fidanzata, Ivana, da lì in poco tempo prende coscienza di un lato caratteriale di lei insopportabile, lei che parlando inciampa continuamente nelle espressioni letterarie del fidanzato. Si convincerà così a lasciarla definitivamente.  Un altro personaggio rappresentativo è il tecnico di palco, che lo interromperà ripetutamente incalzando con simpatici sketch, spegnendo la luce dei riflettori su Casagrande e staccando la spina del suo racconto per iniziare un proprio battibecco intriso di sfottò che mette a nudo tutta la sua ignoranza. Si succedono vari brani, da “Only you” dei Platters che segna l’incontro e poi l’innamoramento dei suoi genitori: la mamma Elena e il padre, il grande attore Antonio Casagrande, a successi che vanno dagli anni 60 fino ai giorni nostri. Pezzi italiani, internazionali quelli dei The Beatles, e dei Led Zeppelin, il tutto legato a un momento storico particolare, ancora “Andamento lento” di Tulio de Piscopo, associato appunto a una sua ex fidanzata un po’ problematica.  Poi si cimenta una decina di minuti alla batteria, suo primo grande amore, con le canzoni anni 70 della sua giovinezza, una rivelazione di una parte nascosta del Maurizio attore e regista. Una band dal vivo, con Claudia Vietri alle tastiere, Simone Landi alla batteria, Giuseppe di Muro alla chitarra, Alessandro D’Ascoli bassista, le coriste Samantha Sessa e Valentina Ruggiero e il tecnico di palco-attore Giuseppe Fiore. Lo spettacolo, scritto insieme all’autore Francesco Volonà, cerca il gran finale in ‘Depende’ del gruppo spagnolo Jarabe de Palo (1998), l’emozione ora diviene la necessità di ciascuno di noi di guardare a ogni cosa attraverso un personale punto di vista; Casagrande ci crede a tal punto da esclamare: ”Vorrei averla scritta io!”.

Con simpatia e freschezza l’attore e regista napoletano si appresta a commentare il suo spettacolo “E la musica mi gira intorno”: “Voglio divertire me stesso e divertire il mio pubblico raccontandogli la mia vita con la musica. Con questo mio show voglio lasciare un messaggio positivo agli spettatori, emozionandoli. La memoria si fissa meglio quando c’è una emozione, la musica è emozione e tende a fissare meglio certi eventi, persone e luoghi”. Il mio lavoro è la mia fortuna e lo spettacolo funziona di più se il pubblico la sente sua. Tornando alla commedia questa nasce da una frase che ho sentito dire viaggiando in treno: un uomo senza passato non ha futuro, le canzoni del passato mi hanno permesso di ricostruire i tasselli della mia vita; nel disegno della musica c’ è tutto, la mia formazione musicale mi ha dato una grossa mano nel campo della recitazione, del resto mio padre era persuaso e lo è tutt’ora che senza determinate abilità è inutile presentarsi a fare un provino. La musica è matematica della vita”. Da musicista a regista; ruolo delicato per Casagrande…: “Il regista cinematografico ha il potere assoluto, non c’è nulla che si possa fare senza il consenso, la scelta, la volontà del regista al cinema,  a teatro il regista è un consigliere, qualcuno che progetta qualcosa che poi viene eseguita dall’attore, io ad esempio non mi sto proprio a sentire come regista quando recito al teatro, mentre al cinema se faccio una cosa diretta da me poi costringo quel Maurizio che vedo con le inquadrature, a scegliere dei momenti, a salvare alcune cose altre no, riformulo io stesso tantissime volte quello che ho fatto come attore, figurarsi sugli altri cosa si può fare”. Qualche curiosità su un film di prossima uscita al cinema: “’Natale da chef’ è un cine-panettone, un film fatto per far ridere con il minimo di volgarità. Diretto dal maestro Neri Parenti, un grande del cinema, con cui è sempre divertente lavorare. Quanto a Massimo Boldi, mio compagno di viaggio in questo lavoro, per me è un amico oltre che un grande professionista”. E su Taranto…: ”Beh, ho trovato la città che mi aspettavo, con qualche problema ma viva.  Da napoletano sono uno specialista nell’udire critiche nei confronti delle nostre città”. L’artista chiude il tutto con la sua visione del mondo, in dodici vocaboli. E così, accennando una emozione negli occhi, Casagrande ci restituisce a voce un mondo oltre che musicale perfino tascabile: “Il mare, la gente, l’anima, la risata, il cuore, il caldo, il sole, la pioggia, gli animali, la donna, la casa e l’ironia”.

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