Taranto: ‘Turismo e blue ecomomy per rilanciare il territorio‘

A sostenerlo è il consigliere regionale Gianni Liviano

CRONACA
Iv.
23.05.2020 12:18

Gianni Liviano, consigliere regionale
Turismo e blue ecomomy? Facce della stessa medaglia o, meglio, due settori che in sinergia tra loro potrebbero rendere un territorio competitivo e attrattativo. L'uno si nutre dell'altro smussando angoli e difficoltà di decollo per diventare attività che creano occupazione di medio e lungo periodo. E Taranto ha tutte le carte in regola per abbracciare questi due settori capaci di trainare l'economia locale tanto più che la realtà post Covid 19 imporrà scelte importanti. Ma per raggiungere questo importante obiettivo "bisogna superare le divisioni tipiche della nostra economia territoriale incapace di fare massa critica”. A sostenerlo è il consigliere regionale Gianni Liviano promotore e organizzatore dell'incontro in videoconferenza che ha visto venerdì sera il prof. Vito Santamato, direttore del corso di laurea in Management dei sistemi turistici culturali dell'università di Bari, il prof. Mario Massimo Foglia del Politecnico di Bari e responsabile del progetto Polimare, e il presidente di Federmanager Taranto, Michele Conte, Giampiero De Meo, commercialista e già componente del Comitato di gestione del porto durante l'amministrazione Stefàno, confrontarsi sul tema "Prospettive per il turismo a Taranto" e "Economia blu a Taranto tra cielo e mare". "la blue economy - ha sottolineato Liviano introducendo i lavori - produce il 3% del pil e impiega, tra attività specifica dei porti e interporti, 500mila persone di professionalità medio-alta. Ma per concorrere a questo 3% di pil e per sostenere le sfide di mercati sempre più internazionali è necessario che il territorio faccia fronte comune in tutte le sue componenti". Del resto il turismo, oggi, "è diventato un fenomeno non più esclusivamente sociale  ma economico", ha evidenziato il prof. Santamato, e, come tutti i fenomeni economici, ha aggiunto, ha "un suo ciclo di vita per cui gli effetti degli investimenti e delle iniziative messe in campo oggi si vedranno fra tre, cinque anni". Si capisce perché diventi necessario "potenziare la rete dei servizi e, soprattutto, mettere mano alla formazione degli addetti del settore e degli stessi imprenditori perché imprenditori turistici non si può diventare per caso o dall'oggi al domani".,Professionalità e competenze specifiche per far sì che turismo e blue economy vadano a braccetto. "Per questo - ha esordito il prof. Foglia - insieme e su impulso del consigliere Liviano abbiamo cominciato a ragionare su una scuola del mare che vedesse insieme l'istituto Archimede di Taranto (che nel suo piano di studi ha un corso ad indirizzo nautico ed è capofila di una rete di soggetti locali e ha ottenuto un finanziamento per 750mila euro per Open Space, laboratorio di simulazione navale, laboratorio  planetario, laboratorio monitoraggio marino, laboratorio impianto pilota di biologia marina,  laboratorio di educazione marinara,  di far lab, di tappezzeria nautica, ndc), l'Autorità portuale di Taranto, gli Its che si occupano di industria della ospitalità e di logistica, il Politecnico di Bari". Il vero problema, ha evidenziato il prof. Foglia nel corso del collegamento, è che "il territorio non sta credendo convintamente nella blue economy quando, invece, questo settore, se si aggancia a quello della nautica, piuttosto che a quello della cantieristica navale, può avere ampi margini di espansione. Formazione e sinergia tra le industrie che si occupano di nautica possono da subito trainare un turismo, diciamo così, cantieristico che fa sì che il turista non va dove c'è il rimessaggio della barca ma nel luogo dove la barca stessa viene costruita come avviene, ad esempio, a Southampton o in Olanda". Insomma, le potenzialità ci sono, come ha sottolineato il presidente di Federmanager Taranto, Michele Conte, ma queste "vanno coltivate con attività di supporto come, ad esempio, il sistema crocieristico veicolo di masse molto importanti. Non a caso, tempo fa, si era pensato di restituire alla città la darsena del molo San Cataldo in modo che la città vecchia di Taranto potesse risollevarsi giovandosi di un'area prospiciente molto ampia". A sottolineare uno dei problemi, che caratterizza molti settori dall'economia Italiana più in generale, ovvero quello del costo del lavoro, è stato Giampiero De Meo. "Il fattore costo del lavoro - ha detto -, al netto delle tecnologie, è determinante. Per cui - ha concluso - se da un lato, per esempio, con le zone economiche speciali si mette mano a un sistema di incentivi e alla semplificazione burocratica per le imprese, dall'altro, se vogliamo che blue ecomomy e turismo diventino settori altrettanto trainanti, dobbiamo pensare ad una decontribuzione in favore dei datori di lavoro". L’obiettivo, ha poi concluso Liviano, vuole essere quello di pensare “alla Taranto del futuro e di essere su Taranto rivoluzionari, di innescare strumenti di marketing creativo, di pensare ad una vera e propria economia del mare”.

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