Cultura: Inaugurazione rassegna Rete di Scuole ‘Taranto legge’
Al via la rassegna di incontri con Autori, Libri e Temi contemporanei "Taranto legge 2019 - 20", giorno 27 settembre, alle ore 18.00, presso la sala Convegni della Necropoli di Via Marche, organizzata dalla Rete Scuola - Territorio omonima che riunisce gli Istituti superiori Archita, Aristosseno, Ferraris Quinto Ennio, Principessa Maria Pia, Pitagora. La serata è organizzata dalla Rete e dall’ ATI "Taranto Sotterranea". La data è stata scelta per celebrare con dei Giovanissimi, gli Studenti delle Scuole in Rete, la “Festa dei lettori”, appuntamento annuale di fine settembre organizzato dai Presidi del Lidendo tanti, Giovanissimi ed Adulti, di Maurizio Cotrona, Ospite graditissimo dell’incontro, “Il figlio di Persefone”: una storia di Taranto e per Taranto, che ci porta a ragionare per miti, ad uscire dal disincanto ed ad elaborare nuove, grandi utopie per il futuro. Un Romanzo ambientalista senza essere “a tesi”, originale, poetico, colto ma non accademico, avvincente, che parla dell’ eroismo che può essere ispirato dai credi antichi ed eterni della vittoria della vita sulla morte. Il titolo della serata è infatti “Alle sorgenti. Il mito di Persefone e noi” ed a rileggere quel mito e proporcelo come fontebro “per chi legge, per chi non legge, per chi leggerà”, e, dati i temi del Romanzo presentato, perché chiude la settimana globale di sensibilizzazione ai temi della salvaguardia dell’ambiente. Tema della Rassegna 2019-20, anche quest’anno sotto il patrocinio del Comune di Taranto, é "Libri a colori'": letture condivise ed intergenerazionali sui temi felicità, convivenza sociale, solidarietà, senso civico, speranze che la Bellezza e la Letteratura sanno creare anche in una Città come Taranto, segnata dalla crisi e dalla rassegnazione. Dà il battesimo all'iniziativa un Romanzo che sta pren di ispirazione ed aspirazione, necessarie ad affrontare il ring della Storia attuale, l’Autore, Scrittore molto stimato a livello nazionale, che ha riflettuto spesso con le sue Opere sul tema felicità/infelicità e l’archeologa Valentina Turco, che ci parlerà del mito e del culto di Persefone nella nostra Terra antichissima. Dialoga con i Relatori la Professoressa Lucia Schiavone, della Rete “Taranto legge”. Le Docenti organizzatrici ringraziano, oltre l’ Autore, "Taranto sotterranea", nella persona di Franco Zerruso, per l'ospitalità nel significativo contesto della Sala antistante la Necropoli, che al termine dell’incontro si potrà visitare, incoraggiante location inaugurale per un progetto culturale che vuole rivitalizzare la Tradizione, creandone una nuova, contemporanea, alternativa al presente, carica di speranze, decisamente aperta ai non addetti ai lavori, soprattutto giovani. Nell'occasione verrà illustrata dal Preside Salvatore Marzo, Dirigente scolastico dell’”Aristosseno”, Scuola capofila della Rete, la Programmazione annuale di “Taranto legge”.
Questa non è la fine Dopo aver letto il nuovo Romanzo di Maurizio Cotrona, talentuoso Scrittore nostro conterraneo, che cura con passione fecondi rapporti con le nuove generazioni in laboratori di scrittura creativa e di lettura e che incontrerà anche gli Studenti di Taranto al Liceo “Aristosseno”giorno 20 dalle 8,30, presentato da Antonio Mandese nell’ambito del Progetto “Via Leogrande”, ci siamo sentiti commossi, nostalgici di epoche mitiche e cariche di illusioni ed abbiamo provato tanta sana speranza. Cotrona del resto ha ritenuto di parlarci anche nei precedenti suoi lavori di felicità, Lui, narratore meritatamente apprezzato della nostra Italia contemporanea, tanto confusa ed infelice. Ne “Il figlio di Persefone”, edito quest’anno da Elliot, ambientato tra TAMBURI e SATURO, tutti ci riconosciamo in Giulio, nelle sue menomazioni fisiche ma soprattutto interiori, con braccia deformi e monconi impotenti di mani, incapaci di afferrare e mutare felicemente la realtà, con le nostre insicurezze sradicabili: siamo anche noi, del resto, come i due fratelli protagonisti, orfani di figure genitoriali e di riferimento credibili e tanto bisognosi di cose vere ed importanti. Ma non siamo soli: tutti dovremmo riconoscere accanto a noi la solidarietà di miti millenari carichi di coraggio e speranza e magari un fratello come quello di Giulio, “grande”davvero, ALESSANDRO, unico, carismatico, segnato anche lui come Giulio nel corpo dai metalli pesanti che, accumulati nel suo cervello, gli hanno procurato una menomazione straordinaria (gli agenti neurotossici hanno distorto la sua percezione del tempo) che gli fa leggere l’immediato futuro, vedere le cose prima dell’uomo comune, prevedere e provvedere all’altrui persona, primi fra tutti i deboli e gli emarginati, mosso dall’amore e dalla fede nell’immortalità. E’ credibile che tanti lettori del Romanzo abbiano pensato, leggendo del mitico fratello di Giulio, ad Alessandro Leogrande, alle sue analisi lungimiranti e alle sue battaglie culturali contro produttivismo ed indifferenza, sulle frontiere, viste come luogo di ripartenze e scoperte per chi accoglie, non di temuti arrivi. Nel Romanzo l’Alessandro di Giulio è convinto che la madre morta sia la Persefone del mito, solo per metà dell’anno destinata, costretta da Ade, a stare negli Inferi. Ritratta sempre “gaia”, sorridente, come nella celebre statua greca simbolo della nostra Taranto, Persefone nel mito sa che tornerà dagli inferi ogni anno per ben sei mesi, a portare con la Primavera e l’Estate sulla terra la gioia della vita e del calore degli affetti. Alessandro nella storia cambia per questo nome: su proposta di Giulio diverrà Zagreo, il figlio concepito da Zeus con Proserpina, la Persefone romana e, con questo nome da battaglia, sarà un pugile che non tira la box, ma schiva i colpi altrui prima che vengano sferrati, che vorrebbe vincere l’aggressività con la nonviolenza, sa che può diventare un campione. E ci riesce: fa parlare di sé e della sua Taranto, sfida il mondo e la grande, devastante industria. Riusciranno i nostri mitici Fratelli a riportare con Persefone la Primavera sulla Terra devastata dai fumi tossici? Il Romanzo non dà risposte banali. Molto, in realtà, potrà dipendere da noi, dal Fratello più disarmato… La storia, infatti, surreale, poeticissima, laicamente spirituale, ci porta a ragionar per miti, come non siamo più avvezzi a fare, oltre qualsiasi disincanto e la disperazione generata dagli allarmanti dati sulla salute dell’ambiente e dei popoli. Sa dare a ciascuno, mediocre antieroe, gente comune insomma, il ruolo non di gregario del mito di turno (per noi, fuori dalle celebrazioni, sicuramente di Alessandro Leogrande, che leggiamo ogni giorno di più con rinnovata stima ed affetto), ma di protagonisti insostituibili di una rivoluzione delle coscienze. Perché , ne siamo convinti anche per Taranto, "Questa non è la fine" , come dicono mamma Persefone e figlio Zagreo: dopo le tante morti, indosseremo i guantoni di Alessandro per vincere sul ring della storia con la nonviolenza, armati solo e vittoriosamente di Amore. Fronteggeremo i nostri mostri e verranno , bisogna crederci, indeboliti se non sconfitti, nel naturale, vitale susseguirsi di inverno e primavera, di morte e vita.