‘Taranto, città senza fontanelle’, AqP replica al PCI Taranto

CRONACA
24.07.2024 01:08

In riferimento all’articolo “Taranto, città senza fontanelle: un problema da risolvere”, occorre chiarire, per evitare spiacevoli equivoci, che l’installazione, la manutenzione e la vita stessa delle fontanine pubbliche, che da oltre un secolo “presidiano” le piazze di tutti i centri pugliesi, con la loro funzione di piccole sorgenti gratuite d’acqua fresca e potabile oltre che di memoria storica dell’avvento dell’acqua pubblica, attiene alle amministrazioni comunali.

L’invito è dunque a rivolgersi agli uffici amministrativi della città per eliminare quelle cause che oggi impediscono la somministrazione del servizio.

Quanto agli “sprechi”, di cui pure si fa cenno nella lettera, giova ricordare, che già da qualche anno è in corso un imponente progetto di risanamento della rete in tutti i comuni della Puglia (compreso quello di Taranto) con un investimento complessivo di quasi 2 miliardi di euro sino al 2030. Ciò che già nel 2026, si tradurrà in un recupero di acqua pari a 44 milioni di metri cubi, l’equivalente di un mese e mezzo in più di fabbisogno d’acqua a beneficio di ognuno dei 4 milioni di cittadini serviti.

Com’è chiaro, la lotta agli sprechi, al fine di tutelare e valorizzare la risorsa idrica, è una priorità di questa azienda, tanto più in questo particolare periodo siccitoso. 

LA NOTA DEL PCI TARANTO SEZIONE ‘LA TANZA NICOLA’

Taranto, città senza fontanelle: un problema da risolvere’

“Abbiamo ricevuto numerose lamentele da parte di turisti e residenti di Taranto riguardo l'impossibilità di accedere a impianti pubblici di acqua potabile. Da tempo queste fontanelle sono state del tutto eliminate, con l'unica eccezione delle fontane monumentali, dove però è vietato bagnarsi e l'acqua non è potabile”.

Il Partito Comunista Italiano, sezione "La Tanza Nicola", si è interrogato sul perché non si richiami l'attenzione su questo problema che affligge sempre più cittadini. Dal 1904, le fontanelle pubbliche erano distribuite in diversi punti della città, ma oggi sono scomparse. Questo è un fatto triste e grave per una città come Taranto, che sta cercando di promuovere il turismo, ma non riesce a risolvere un problema così basilare come quello delle fontanelle di acqua potabile.

Probabilmente, la decisione di chiudere ed eliminare queste fontanelle è stata presa dall'Aqp per motivi economici e di gestione. I comuni, incluso il nostro, che per legge dovevano pagare il consumo dell'acqua e forse anche la manutenzione, hanno quasi certamente sostenuto questa decisione per contenere la spesa pubblica, sempre in calo nonostante le tasse comunali gravose per i cittadini.

Pertanto, chiediamo alle istituzioni comunali e provinciali, al sindaco e agli assessori ai Lavori Pubblici di intervenire rapidamente presso l'Aqp per riaprire le fontanelle pubbliche, iniziando dai luoghi più frequentati della città. Questo sarebbe un segnale di accoglienza civile per i turisti e un aiuto per i cittadini, in particolare per gli anziani, i bambini, le mamme e le persone diversamente abili, soprattutto durante i mesi estivi quando il caldo è opprimente.

Non tutti possono permettersi di acquistare acqua minerale, e noi del PCI sezione "La Tanza Nicola" ci stiamo attivando per denunciare questa assenza e protestare presso l'Aqp. Quanta acqua pubblica potabile si spreca a Taranto e in Puglia? I dati sono impressionanti. Non si può dire che una, tre, dieci fontane in più creerebbero uno spreco. Il comune non potrà accampare scuse di economia e bilancio. Conclude il PCI Taranto, sezione "La Tanza Nicola".

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