Taranto: Massimo Battista sulle speculazioni ai danni della città

Politica
25.05.2022 23:43

Questo lo scrivevamo un anno fa, nel frattempo nulla è cambiato. Ciclicamente si legge sulla stampa nazionale di centinaia di milioni pronti per essere spesi per il rilancio della città di Taranto. Una sorta di compensazione per i danni causati dalle grandi industrie che insistono sul territorio e che non hanno solo causato malattie e morte ma hanno anche azzerato le capacità imprenditoriali dei tarantini. Ma al netto dei tanti annunci roboanti con cifre da capogiro la nostra città è ferma da decenni. Dei soldi promessi niente o quasi è arrivato in città e cosa ben più grave il gap con altre città della regione è cresciuto.

Dal 2012 ad oggi poi queste promesse sono anche aumentate esponenzialmente ma nei fatti nulla è cambiato e anzi sotto tanti aspetti la situazione della città è anche peggiorata. A livello infrastrutturale Taranto è una città dimenticata, le tangenziali nord e sud sono solo un ricordo che arriva dagli anni 70 ma poco e nulla è stato fatto nel concreto. La stazione ferroviaria altro non è che una fermata per pochi treni, quasi tutti regionali, con scarsissimi collegamenti con il resto del paese. Dell'aeroporto inutile anche parlare, decine di milioni di euro pubblici spesi per una struttura non solo chiusa ma preclusa ai voli civili. Il porto altro non è che una servitù della grande industria con volumi di traffico bassissimi per ciò che non riguarda il siderurgico e la raffineria.

Nel corso degli anni si è fatto un gran parlare di università, l'ipotetica autonomia non è mai arrivata e a oggi Taranto è solo una succursale di Bari con tutti i disagi che ne derivano per studenti e professori. Ma non solo le grandi infrastrutture sono una chimera per i tarantini, anche la normale amministrazione è ben lontana dall'essere di norma.

Le periferie sono letteralmente abbandonate a se stesse, tra degrado ed emarginazione, i servizi basilari sono scadenti e il malcontento è diffuso. Meglio non va al cuore della città, Taranto vecchia, ci perdonerete ma non riusciamo proprio a definirla "Isola madre", versa in condizioni pietose, negli anni abbiamo ascoltato appelli e annunci ma ad oggi non esiste nessun piano di recupero che possa definirsi tale. E cosa dire del Borgo, il salotto buono della città, porta i segni dell'impreparazione e dell'incapacità di chi amministra e ha amministrato la città e la provincia, Palazzo degli uffici e Palazzo Frisini sono li a testimonianza di ciò che diciamo senza timore di alcuna smentita. 

Così gli anni passano e Taranto resta ferma al palo, se non fosse per interventi e investimenti di alcuni privati che coraggiosamente hanno messo sulle proprie spalle debiti per dare alla città una possibilità di sviluppo alternativo a quello deciso per noi a Roma.

Alla nostra città serve una classe dirigente con la schiena dritta, che abbia idee nuove e che sia pronta a battersi sui tavoli romani per garantire ai tarantini le stesse opportunità che ci sono nel resto del paese.,Gente innamorata di Taranto ma anche preparata, che sappia trasformare le potenzialità di questa terra in realtà.,Taranto merita molto di più, lo meritano i figli di questa città a cui stiamo lasciando solo malattie e disoccupazione.

Massimo Battista 

Una città per cambiare 

Taranto città normale 

Periferie al centro 

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