Tennis: ‘No war, please!’
(Di Fabio Dal Cin) Sono giorni conditi di rabbia e tristezza, una guerra è sempre una sconfitta. Il messaggio scritto dal russo Rublev, a fine partita, sulla telecamera a bordo campo è semplicemente straordinario, potente: “no war please! Può sembrare una banalità, ma in quel momento, scritto da un ragazzo dallo sguardo duro, ma dal cuore d’oro assume un significato che va oltre ogni immaginazione. Lui è russo, ma prende con coraggio posizione contro le azioni militari del suo Paese.
Avremmo voluto parlare della favola del serbo Vesely, che in quel di Dubai, dopo aver sconfitto Novak Djokovic, si è ripetuto contro Shapovalov, conquistando la finale: dalle qualificazioni alla prima finale di un torneo ATP 500!
Avremmo voluto parlare della notte messicana, dove “l’evergreen” Nadal ha sconfitto con un doppio 6-3 il russo, e “virtualmente” nuovo numero uno al mondo, Daniil Medevev.
Nell’ATP 500 di Acapulco, sarà finale Nadal – Norrie (vincitore contro il greco Titsipas con un doppio 6-4).
Chissà cosa pensano e cosa si direbbero la tennista ucraina Svitolina, il cui Paese è stato invaso dall’armata rossa, e la bielorussa Sabalenka, il cui Paese ha fornito appoggio indiretto all’attacco russo in Ucraina. La guerra arriva ovunque, fisicamente ed emotivamente.
Nel frattempo, la Federazione internazionale degli scacchi (Fide) ha deciso escludere il territorio russo come sede per le sue competizioni. Ciò vuol dire che le Olimpiadi di scacchi non si terranno più a Mosca, come invece era previsto, fra il 26 luglio e l'8 agosto.
Nel calcio, l'esecutivo Uefa si è riunito d'urgenza ed ha deciso di spostare immediatamente a Parigi allo Stade de France la finale di Champions League prevista a San Pietroburgo il prossimo 28 maggio.
Lo sport che unisce, condanna.
“No War Please!”.