Teatro: Fiabe dal palco, cartellone virtuale del Crest per piccoli (e grandi)

Sul canale YouTube del Crest e sul sito teatrocrest.it

Cultura, musica e spettacolo
Iv.
20.04.2020 12:57

C’erano una volta le fiabe. E ci sono ancora. Sul web. Per i più piccoli, in attesa di ritrovarli al TaTÀ più festosi che mai, il Crest propone il cartellone virtuale “Fiabe dal palco”, rendendo disponibili online tre degli spettacoli più belli e significativi della sua storia, nell'ambito del progetto #comequandofuoripiove. Visibili per una intera settimana, gli estratti video (volutamente di durata medio-brevi, per cominciare) saranno pubblicati - tutti assieme - mercoledì 22 aprile (dalle ore 11). Ricordando che si tratta di filmati realizzati con mezzi essenziali, finora destinati solo alla documentazione interna, a scopo di archivio e di studio, l'accesso alla piattaforma YouTube avviene dal sito teatrocrest.it (nel corpo centrale della home page).

La storia di Hansel e Gretel - Marco Caselli Nirmal

La storia di Hansel e Gretel. Drammaturgia Katia Scarimbolo, scene, luci e regia Michelangelo Campanale, con Catia Caramia, Marianna Di Muro, Giulio Ferretto, Paolo Gubello, produzione Crest (2009), spettacolo vincitore premio “L’uccellino azzurro” (edizioni 2009 e 2015). Per i contadini della zona è “il bosco della strega”, per via di un rudere con i suoi quattro forni e della storia di una donna bellissima che, con i suoi dolci magici, catturava quanti, perdendosi nel bosco, arrivavano nei pressi della sua casa. Nello spettacolo, come nella fiaba, la sua presenza getta una luce mutevole su ogni passaggio della storia: il giornaliero inganno dell’immagine nasconde verità opposte o semplicemente più complicate. La casa, il bosco, il sentiero illuminato dai magici sassolini, le piume lucenti del cigno, tutto gira e si trasforma, per poi ritornare con una luce nuova, come il sole ogni mattina. Durata 15'.

Cenepentola - Foto Walter Mirabile

Cenepentola. Drammaturgia Gaetano Colella e Francesco Ghiaccio, regia Gaetano Colella, con Anna de Giorgio, Delia De Marco, Damiano Nirchio, Annabella Tedone, produzione Crest (2011), in convenzione con Regione Puglia. Cenepentola vive in un castello con il padre, la matrigna e due sorellastre. La sua mamma è morta da diversi anni, tanti quanti ne ha l’albero di limoni interrato nel giardino proprio quel triste giorno. Da tempo Cenepentola si è chiusa nella sua solitudine, avendo come unico rifugio il cibo. E, manco a dirlo, è ingrassata fino a diventare obesa. Per lei il cibo è anche un amico, col quale dialogare. Sì, perché lei è in grado di ascoltare ciò che le dicono l’affettuoso babà, la civettuola pizza margherita, il sapiente tacchino. Mentre le sorellastre, fissate una per la bellezza, l’altra per la forma fisica, sono impegnate, e non poco, ad entrare nelle grazie del loro patrigno. Intanto nel regno si diffonde la notizia che il Principe Al, erede al trono, cerca moglie e che per l’occasione darà un party ballo bello. Durata 16’.

Larte del TaTÀ - Foro Crest Coop teatrale

L’arte di TaTÀ. Drammaturgia Cira Santoro e Silvia Traversi, ispirato alla commedia “Il figlio di Pulcinella” di Eduardo de Filippo e sulle musiche del “Pulcinella” di Igor Stravinskij-Gianbattista Pergolesi, regia e coreografie Silvia Traversi, con Angela Iurilli, Nico Masciullo, Pietro Minniti, Damiano Nirchio, Sandra Novellino, produzione Crest (2003), in collaborazione con Centro Artistico Musicale Paolo Grassi - Festival della Valle d’Itria. Nessuno ha più bisogno di Pulcinella. È vecchio, non indossa più la maschera. È morto per il mondo degli uomini e vive in solitudine. Tornano a trovarlo solo i suoi figli: quattro giovani Pulcinella cresciuti altrove, lontano da quel padre abituato a fare il servo e a divertire il padrone in ogni occasione. Il conflitto era inevitabile. La macchia nera sul viso, che hanno ereditato, li ha resi diversi, “mezzi bianchi e mezzi neri”, emarginati e obbligati a fingere, in contrasto tra ciò che sono e ciò che vorrebbero essere. Ma cresceranno e riscatteranno la figura del vecchio padre che dietro quella maschera aveva solo nascosto il bisogno di sopravvivenza dei poveri. Durata 12’.

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