Cronaca - Taranto: "Afrodite si allaccia il sandalo", sarà di produzione cinese?
I più giovani, probabilmente, non ricordano o addirittura non conoscono la beffa di Livorno del 1984, messa in atto da un gruppo di studenti universitari. Utilizzando persino un trapano della Black&Decker, realizzarono una scultura fra le più ricercate, attribuita ad Amedeo Modigliani, o Modì, e la gettarono in uno dei fossi livornesi dove si stavano effettuando delle ricerche per espressa volontà della direttrice del museo Modigliani di Livorno, Vera Durbè. Furono rinvenute altre due "Teste di Modigliani" anch'esse rigorosamente false, opera di un artista, Angelo Froglie, che dichiarò di averlo fatto per demistificare i miti. Tutto questo portò alla fine della carriera della Durbè che aveva attribuito a Modigliani i tre reperti. Ma la storia mise in ridicolo l'intero sistema della cultura italiana e dei critici d'arte: Cesare Brandi e Giulio Carlo Argan ne furono le prime vittime. Anche a Taranto c'è stato un favoloso ritrovamento: "Afrodite che si allaccia il sandalo". Il mare l'ha restituita grazie a un novello e fortunato subacqueo e al suo sponsor politico, che si è premurato di portarlo al sindaco di Taranto chiedendo, e ottenendo, una conferenza stampa di presentazione dello strabiliante evento. Bellissima, alta 64 cm, pulitissima, non una incrostazione, datata IV° secolo a.C secondo un ignoto archeologo locale, neppure una piccola ostrica del mare jonico, tanto per identificare il luogo di provenienza. Il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, non se lo lascia ripetere due volte. Questa volta, però, la Soprintendenza archeologica si muove con cautela e il 27 gennaio conclude le sue attente analisi confermando che la stata non riveste nessun interesse archeologico. Una risata ci seppellirà...
Di Adolfo Antonello Giusti