TARANTO: L'analisi, ko che non ferma il percorso di crescita
Un Taranto "sulla difensiva" si è presentato al cospetto della corazzata foggiana. Una partita che ha mostrato le evidenti differenze tecniche tra una squadra condannata a vincere (o perlomeno a lottare fino alla fine) e un'altra, la compagine tarantina, costruita attorno all'unico obiettivo della stagione: salvarsi, ed eventualmente farlo con una discreta serenità. Lo sfondo della serata è uno Zaccheria (quasi) a porte chiuse, e un Foggia che cerca la sesta vittoria consecutiva per continuare a rivestire il ruolo di schiacciasassi del girone. Dall'altra parte, Papagni sceglie Cedric con l'intento di sfruttare l'unica carta a disposizione per gli avanti tarantini, ovvero la ripartenza. Concetto che stona però con la scelta di una punta di peso come Magnaghi, preferito al rapido Viola. La partita inizia come ci si attendeva, con un Foggia aggressivo e con un baricentro molto alto, tanto da portare i suoi due centrali di difesa stabilmente attorno al cerchio di centrocampo. Il Taranto, però, continua a dare sicurezze in difesa e rischia relativamente poco in un primo tempo dove il solo asse Sarno-Angelo riesce a scalfire il muro rossoblu. È proprio il fluidificante brasiliano, ex tra le altre del Siena, a rappresentare l'arma in più di un Foggia imbrigliato dalla ragnatela creata ad hoc da mister Papagni negli ultimi 35 metri. Come nella partita precedente con la Fidelis Andria, anche qui Garcia soffre molto in fase di non possesso le scorribande dell'esperto terzino sudamericano, apparso in condizione smagliante. Dopo un recupero corposo dovuto alla sostituzione nelle file tarantine di Altobello per problemi fisici, il primo tempo si esaurisce con poche emozioni. Peccato però che nella ripresa il Foggia passi in vantaggio quasi a sorpresa con un tiro-cross sempre del difensore brasiliano, che "demolisce" la grande prestazione tattica messa in campo dal Taranto fino a quel momento. I guai per la formazione di Papagni arrivano poco dopo, quando il perno difensivo Stendardo si accascia al suolo a causa di un problema muscolare. Problema, se verrà confermato, che lo terrà fuori dai campi per un periodo piuttosto lungo e che costringe Papagni, nell'ultimo terzo di gara, a schierarsi a 4. L'ingresso di Viola poi non cambia l'andazzo di una partita quasi addormentata dal possesso orizzontale dei padroni di casa, che rischiano solo in occasione del lob tentato dai venti metri dall'ex di turno e del colpo di testa di Stendardo su palla inattiva. Negli ultimi secondi di gara, un Taranto ormai stremato subisce la capitolazione definitiva con un'azione dall'out di destra che viene conclusa da una zampata di Letizia. Una sconfitta che non può e non deve fermare la crescita di una squadra che, vedendo la classifica, è in linea con l'obiettivo dichiarato. Una sconfitta che però porta con sé strascichi importanti riguardanti l'infermeria. Se è vero che Altobello non dovrebbe destare troppe preoccupazioni per il match casalingo di domenica con il Catania, non si può dire lo stesso del suo compagno di reparto, Stendardo, la cui condizione preoccupa molto.