‘Galletti’ all’ultimo canto? Vicenza e Arezzo oltre il consentito? Reggiana, medaglie di cartone. Arriva l’estate…
Tra Giancaspro e Paparesta perde solo il Bari. Uno “capitombolo” fragoroso. La trimestrale del 31 marzo pone la società in carenza. Capitale sociale con perdita superiore al terzo. La legge impone di convocare l’assemblea “senza indugio”. Il tristemente famoso articolo 2447 del codice civile. Occorrono, euro più euro meno, circa 5,5 milioni. Per (ri)cominciare. L’assemblea è stata convocata per il prossimo 18 giugno. Se per quella data il socio di maggioranza avrà reperito il fabbisogno, per contanti, si potrà ancora parlare di futuro in Serie B. Diversamente si prospetterà la messa in liquidazione e la nomina di un commissario indicato dal tribunale. Il tormentone dell’estate diventerebbe “comperate la Bari”. Con quali prospettive? Attenzione però a scrivere la parola fine sulla vicenda. Non è detta l’ultima parola. Giancaspro, anche nel recente passato, ha dimostrato di essere in possesso di “sette” e più vite. Non è totalmente da escludere che entro quel fatidico 18 giugno sia capace di estrarre dal cilindro la sorpresa positiva. Nel caso specifico un “galletto” rampante più che il classico coniglio. Per ora tutti gli strali si addensano su di lui. La contestazione è nei suoi confronti. Quei due punti di penalizzazione sono risultati determinanti. Il Bari, pur pareggiando a Cittadella, è uscito di scena. L’inversione di campo e tutte le polemiche che ne sono derivate, anche a livello di risentimenti personali tra spogliatoio e dirigenza, non lascia presagire nulla di positivo. Giancaspro “abbandonato” anche da Sogliano e Fabio Grosso (poco conta che il biennale dell’allenatore prevede una cifra importante per la risoluzione anticipata) rimane al momento da solo sul ponte di comando di una nave che rischia di naufragare indecorosamente. Con il Bari incapace di iscriversi al prossimo campionato si porrebbe un quesito: riammissione dell’Entella o riduzione dell’organico di B? Qualcuno paventa anche un ripescaggio oneroso (improbabile) dalla Serie C.
Gavorrano e Santarcangelo in stato di all’erta. Non tutte le speranze di riammissione alla Lega Pro sono sopite. Le situazioni di Arezzo e Vicenza non sono ancora state interamente definite. In entrambi i casi sono stati dichiarati conclusi gli esercizi provvisori senza che le parti acquirenti abbiamo concluso l’iter procedurale che riguarda l’attribuzione del titolo sportivo da parte della Federcalcio. Mensilità di retribuzioni ai tesserati e relativi contributi non ancora pagati in un caso (Arezzo). Procedure irrealizzabili a Vicenza. La scelta di Renzo Rosso mette in dubbio anche il futuro del Bassano. Si sta forse andando oltre quanto previsto dalle norme. Non risulterebbero completamente rispettate le regole. Ne patirebbero Gavorrano e Santarcangelo. Lo stesso Gabriele Gravina ha assunto pubblicamente una posizione in favore di quei club che pur essendo virtuosi pagano dazio per il mancato rispetto, di terzi, delle norme procedurali. Al momento né l’una né l’altra (Arezzo e Vicenza) per motivi diversi, risultano essere perfettamente adempienti. Dovranno dimostrare di esserlo nei termini di rilascio delle licenze nazionali. Insostenibili e foriere di stravolgimenti le pretese di Renzo Rosso nel Veneto. La nuova proprietà dell’Arezzo ha tempo sino all’ultima settimana di giugno per mettersi in regola con i pagamenti. Indipendentemente dagli esiti e dalle ragioni che dovranno essere dimostrate, il Santarcangelo, con la possibile rinuncia del Bassano, potrebbe già puntare alla riammissione.
L’estate che verrà. Si preannuncia “movimentata”, come ormai consuetudine. Brutta la situazione che si vive ad Ascoli dove il patron Bellini è pronto ad abbandonare. Preoccupa la situazione finanziaria del Foggia. In Lega Pro alle ambiziose speranze di Santarcangelo e Gavorrano si accodano quelle del Troina (Serie D girone I). Ritengono, in Sicilia, di meritare, anche loro, la Serie C. Giunti primi a pari merito con la Vibonese ritengono di avere mille e più ragioni sulla scia della decisione della Corte Federale che ha retrocesso all’ultimo posto il Messina (girone C di Lega Pro della scorsa stagione). Tensioni si vivono a Bassano in attesa di sapere quale sarà il futuro del club giallorosso ora che la proprietà si è “trasferita” a Vicenza. Acque agitate (non si potrebbe usare definizione migliore) a Trapani dove il patron Morace, per una serie di motivazioni articolate, ha deciso di ritirarsi in buon ordine e di consegnare (simbolicamente) la società al sindaco. Altrettanto dicasi in casa della Pro Piacenza dove il presidente Burzoni, deciso a non iscrivere la squadra al campionato, ha conferito mandato per la vendita all’avvocato Di Cintio. Prosegue la via crucis del Matera, deferito con responsabilità diretta una volta in più. Delle problematiche che assillano il Siracusa si è già ampiamente disquisito. Mille dubbi aleggiano sulle neo promosse Gozzano e Albissola. Entrambe, senza infrastrutture a norma, sono alla ricerca di un impianto dove poter giocare le gare casalinghe del prossimo campionato.
Assemblea elettiva. Passano i giorni (inutilmente) il commissario Fabbricini non dà seguito alla richiesta di convocazione avanzata, a maggioranza, da alcune componenti. E’ solo un ricorrersi di notizie sul filo del gossip. Si rasenta il ridicolo. L’ultima diceria narrava della Serie A e di un ipotetico tentativo di coinvolgere Gabriele Gravina come proprio candidato. Dicerie appunto, nel tentativo di destabilizzare il fronte della coalizione (Lega Pro, Lnd, Aic e arbitri). Passano i giorni (inutilmente) dicevamo e il calcio italiano rimane senza un “governo” degno di tale nome. Spieghi allora Malagò quali sono le sue reali intenzioni.
Ripescaggi. Abbiamo finalmente potuto prendere visione delle norme che li regolano in questa stagione. Se applicate alla lettera potremmo “godere” di un altro campionato a ranghi ridotti. In Lega Pro soltanto il Prato avrebbe titolo per goderne dei benefici (se è un beneficio sborsare 300 mila euro a fondo perduto). In Serie D danno per certa la loro candidatura Cavese e Como (ove fossero disponibili 6 posti). Per le squadre B della massima serie sono sorti problemi anche per quanto riguarda gli stadi. Troppo oneroso aprire lo “Stadium” a Torino. Altrettanto il Meazza a Milano. Come avevamo previsto, la fretta (di Malagò e Fabbricini) rischia di far “schiantare” quel progetto (squadre B) in un pessimo fallimento iniziale.
Play off di Lega Pro. Il calcio di rigore assegnato al Siena a tempo scaduto dall’arbitro Perotti ha scatenato le ire di Mike Piazza. Il presidente della Reggiana non ha “accettato” di perdere in quel modo l’accesso alle semifinali. Le immagini non gratificano, ma neppure condannano la decisione dell’arbitro (peraltro molto vicino all’azione incriminata). Pur a mente fredda, Mike Piazza ha parlato di incompetenza, di disgusto nei confronti di gente sporca e corrotta. Di complotti. Ne è convinto? Per esprimersi in quel modo dovrebbe essere in possesso di prove. Le mostri allora. Faccia nomi e cognomi. Non può fare di tutta l’erba un fascio. Diversamente taccia. Rifletta, piuttosto, sugli errori dei suoi calciatori, lautamente pagati per la categoria. Quello che, per esempio, sbaglia un gol “facilissimo” a tempo scaduto è un complottista e un corrotto? Rifletta anche sui “consigli” elargitigli dai suoi dipendenti. Tutti quelli che, negli ultimi due campionati, hanno “gestito” il suo denaro. Milioni gettati al vento. Sperperati. Non gli hanno portato in casa nulla. Solo medaglie di cartone. Si interroghi allora e si dia una risposta: sono anche loro complottisti, sporchi e corrotti?
O sbaglia lui nello scegliersi staff dirigenziali, “consigliori” e collaboratori?