Taranto: De Giorgi a Blunote, 'Siamo stati davvero scarsi'
In due stagioni con il Taranto, Francesco De Giorgi si è distinto per amore e rispetto nei confronti della maglia e della tifoseria, tanto che in estate ha rifiutato altre offerte, tra cui quella del Fondi, per aiutare il team ionico nella triste stagione appena conclusasi. A qualche settimana dalla fine del campionato e dalla cocente retrocessione, il difensore torna a parlare per chiarire alcuni aspetti: “Quella di pubblicare una mia foto al mare con gli amici è stata una trovata poco elegante - spiega a Blunote -: è vero siamo retrocessi, ma la vita non finisce. Sono stato sempre tra i primi a dare il massimo e a scuotere i compagni. E’ stato un episodio di cattivo gusto. Inoltre, ci tengo a sottolineare che non sto dando la colpa della retrocessione ai giornalisti. Per questa foto sono passato, nei confronti di qualche tifoso, il pezzo di merda della situazione: non credo sia così. Abbiamo fallito e mi prendo le mie responsabilità. Non sto trovando scuse anche perché in qualche circostanza sono stato il capitano del Taranto e quella maglia la sentivo veramente addosso. Siamo stati scarsi: nessuna scusante. Spero che la gente possa capirmi”.
LA RETROCESSIONE: “Dopo l’aggressione siamo calati a picco e faccio ancora fatica a capire cosa sia successo. Quando è arrivato Ciullo siamo stati capaci di conquistare otto punti in quattro gare, inciampando con l’Akragas: peccato, perché se in quella circostanza Altobello, all’inizio del match, avesse segnato forse avremmo vinto 4-0. Dopo il fattaccio, tra me e me pensai subito che se Stendardo, Altobello e Maurantonio fossero andati via saremmo retrocessi: erano difficili da sostituire. Eravamo entrati in un vortice da cui non siamo più riusciti a uscirne: è mancata personalità, fattore fondamentale in una piazza come quella ionica. Dopo Francavilla eravamo morti”.
GLI ARBITRAGGI: “Gli arbitri, nell’ultima parte del campionato, erano indisponenti al massimo. A Francavilla il gol dei biancoazzurri era stato viziato da un fallo di mano, ma il direttore di gara non annullò. Con Reggina e Paganese c’erano due rigori per noi non accordati e sempre nel match con i campani abbiamo subito un penalty inesistente con espulsione di Di Nicola. Bisogna capire dall’alto cosa sia successo”.
LA SOCIETA’: “Sono persone per bene, non cattive. L’ultimo giorno, prima che andassi via, dissi al presidente Zelatore di valutare tutto al meglio. Loro non sono abituati ad abbandonare la barca. Bisognerà chiudere i bilanci e pensare alla scelta migliore anche perché hanno la citta contro e non sarebbe facile ricominciare. Taranto, se non vinci in Serie D, diventerebbe invivibile”.
MESSAGGIO: “Ringrazio i tifosi dicendo che per me potrebbe essere un arrivederci. Attualmente, non so quale sarà il mio futuro: è troppo presto per parlarne. A Taranto sono stato bene, la considero una seconda casa e ci tengo tanto. Vivrei volentieri in riva allo Ionio. Per via di quella foto, qualcuno mi ha frainteso: non ho nulla contro la tifoseria. Solo grande rispetto”.