“Laboratori Urbani e dove trovarli”: che forma hanno le idee dei giovani e quali sono i percorsi delle politiche pubbliche di sviluppo in ambito culturale e artistico
“Bollenti spiriti” è un programma di promozione e finanziamento della regione Puglia a sostegno di idee innovative rivolte ai giovani promosso da Guglielmo Minervini, ex assessore regionale delle giunte e politico coraggioso, lungimirante e dotato di onestà intellettuale e politica, scomparso nell’estate del 2016. Nel 2009 grazie al sostegno della Commissione europea, all’interno del programma viene inserito il progetto “Laboratori Urbani”, con l’obiettivo di recupero e riutilizzo di edifici pubblici per fini culturali e artistici.
Che cosa sono i Laboratori Urbani e come funzionano
I Laboratori Urbani sono dei veri e propri contenitori di idee giovanili che permettono lo sviluppo di diverse progettualità di carattere artistico e culturale all’interno dei loro spazi. Attualmente, il progetto “Laboratori Urbani” coinvolge 169 comuni pugliesi e ha riconsegnato ai cittadini 151 spazi recuperando edifici quali scuole in disuso, siti industriali abbandonati, ex monasteri, vecchi mattatoi. La proprietà degli immobili è dunque dei singoli comuni, mentre la gestione è affidata a privati (associazioni, consorzi, imprese) con un assegnazione mediante bando pubblico. Sicché ogni laboratorio ha le sue specifiche caratteristiche e qualità: sviluppo della piccola imprenditoria giovanile; artigianato; luoghi dedicati all’organizzazione di mostre ed eventi; workshop (spesso in collaborazione con altre istituzioni, come le scuole ad esempio); progetti artistici di vario ordine; spazi di socializzazione e scambio di idee.
Sul piano sociale
Il progetto “Laboratori Urbani” rappresenta una forma ben riuscita di welfare comunitario in un periodo storico in cui la pubblica amministrazione, soprattutto a livello nazionale, non sempre è in grado di dare risposte efficienti, sia per motivi economici, sia per motivi di disordine politico interno. È un fatto che la polanyiana forma di governance basata sulla reciprocità possa avere effetti positivi dal punto di vista sociale e produttivi sul piano economico, specie se delocalizzata e inserita in una rete partecipata di attori (individui o collettività) che condividono le loro risorse, superando le gerarchie e le logiche di mercato. In questa cornice, il Laboratorio Urbano rileva come un tentativo, ormai non più embrionale ma ben radicato, di sopperire a concrete esigenze sociali, riducendo gli squilibri e le disparità a livello territoriale e autodeterminandosi anche come una possibilità lavorativa per molti, senza escludere i presupposti e i percorsi di crescita artistica e culturale rivolte alla comunità. È tautologico che un tale sistema richieda il solido appoggio e una certa versatilità della pubblica amministrazione, oltre a una sovrastruttura normativa idonea a favorire l’erogazione di servizi da parte dei privati, inquadrati in una prospettiva di progettualità e sviluppo a lungo termine.
Il caso “MAT”
Il 4 novembre 2013 le segreterie del “MAT Laboratorio Urbano” di Terlizzi (BA) aprono i battenti. Da allora, lo spazio è diventato un punto di riferimento sul territorio, attivo nell’ambito di progettualità dal taglio artistico e culturale che toccano il teatro, il cinema, la musica, la danza, la fotografia, le arti orientali, nonché workshop, incontri letterari, mostre, eventi musicali e attività di alternanza con le istituzioni scolastiche. È inoltre molto noto nel circondario per il “CHIÙ – Festival d’illustrazioni e dintorni”, organizzato a cadenza annuale nella prima settimana d’agosto. L’edificio costruito nel 1881 è un vecchio mattatoio in disuso dal 1989. Ad oggi, grazie all’impegno della gestione nel cogliere le possibilità di finanziamento pubblico e la partecipazione della comunità, il MAT vanta un teatro, una sala concerti, una sala mostre, una sala registrazioni, una falegnameria, una serigrafia, uffici rivolti alle attività di giovani start-up e in ultimo, ma non per importanza, una sala studio autogestita.
È proprio stata la proposta di una sala studio il punto di partenza e la matrice delle idee che si sono concretizzate nel tempo all’interno dello spazio, avvicinando decine di ragazzi alla ricerca di uno spazio dedicato all’apprendimento e alla condivisione delle conoscenze, svantaggiati dalla condizione di pendolarità che spesso impedisce il pieno sfruttamento degli ambienti universitari. È vivo e in fermento, dunque, il sogno di Minervini; ma come ogni storia d’amore che si rispetti, non mancano gli incidenti di percorso.
Il 30 gennaio esce un articolo su “La Repubblica” in cui viene riportato il caso MAT e il rallentamento dell’amministrazione comunale davanti alle pratiche di assegnazione della gestione del luogo mediante bando pubblico. Il MAT ha vissuto infatti in uno stato di incertezza e precarietà dovuto all’imprevista sospensione di dieci mesi delle procedure di valutazione delle proposte progettuali presentate per l’avviso pubblico di gestione. Il Laboratorio Urbano terlizzese, nelle more dell’espletamento del previo bando, era stato affidato in via provvisoria alle associazioni “Collettivo Zebù”, “Officina di strada” e “Laboratori Tanè”, che pur avendo mantenuto lo spazio attivo, sono state limitate nello sviluppo di progettualità a medio e lungo termine, nonché nella possibilità di partecipazione a nuovi bandi per il miglioramento dei servizi già esistenti o l’attivazione di nuovi.
La Giunta Comunale, con delibera n°1 del 04.01.17, incaricava il Dirigente del III settore all’avvio delle procedure di gara per la selezione del nuovo gestore, indicandone le linee guida. Nel riconoscimento del “carattere di non redditività” della struttura, delle sue finalità di “pubblico interesse/pubblica utilità” e nel rispetto delle linee guida regionali alla base del precedente bando di gestione (apertura, accessibilità, trasparenza e sostenibilità), veniva individuata la formula della “concessione d’uso gratuita” come rapporto contrattuale da instaurare con il successivo gestore. Nella stessa si “autorizzava il dirigente a procedere alla individuazione di un soggetto per fronteggiare la gestione transitoria, per evitare atti di vandalismo alla struttura e agli arredi e per garantire la continuità delle attività”.
In data 28 febbraio 2017, con determina dirigenziale n.128, il Dirigente del III settore stabiliva l'avvio della procedura di selezione per l’assegnazione in concessione quinquennale ad uso gratuito del MAT e autorizzava le associazioni Collettivo Zebù, Officina di Strada e Laboratori Tanè a “uso provvisorio della struttura fino alla conclusione delle procedure di individuazione del nuovo concessionario gestore, al fine di continuare a promuovere attività di forte impatto aggregativo per i giovani”. I tempi incerti di affidamento temporaneo e di espletamento del bando si preannunciavano brevi, in quanto il termine ultimo per la consegna delle proposte progettuali era indicato al 13 aprile 2017 e l’apertura delle buste contenenti i progetti e l’inizio delle operazioni di valutazione fissata per il giorno successivo, il 14 aprile 2017.
Lo stesso 13 aprile 2017, viene pubblicata una comunicazione inattesa: le operazioni di apertura e verifica delle proposte "vengono rinviate a data da destinarsi, stante l’impossibilità del Presidente di Gara di presiedere alle suddette operazioni per sopraggiunti e improrogabili impegni". Poi, un silenzio lungo nove mesi.
A causa del carattere di provvisorietà della gestione, molteplici possibilità di crescita sono andate perdute, e il 9 marzo scadranno i termini per partecipare al bando “Laboratori Urbani in Rete 2017” – Politiche Giovanili Regione Puglia, possibilità di finanziamento per la quale è necessaria la nomina di un gestore ufficiale.
Il 1 febbraio 2018 è stata nominata una nuova commissione per la valutazione delle progettualità candidate al bando di gestione, ma non è stata ancora fissata una data per l’assegnazione.
>Ora o mai più!
È l’intestazione del corposo programma del MAT per il mese di febbraio. (Vedi locandina)
Per maggiori informazioni sugli eventi e le idee in cantiere, visita la pagina Facebook: https://www.facebook.com/zebucollettivo/