L'editoriale: Riusciremo un giorno a parlare solo di calcio?

TARANTO
Dante Sebastio
01.09.2017 23:48

Dopo due anni di gestione Zelatore/Bongiovanni, la domanda sorge spontanea: riusciremo un giorno a parlare di calcio giocato? Abbiamo la sensazione che i massimi dirigenti del sodalizio rossoblu badino più al contorno che alla sostanza. Mentre il Potenza si rinforzava ingaggiando il bomber brasiliano Carlos França, candidandosi prepotentemente al ruolo di protagonista del campionato che sta per cominciare, il Taranto pensava a bloccare due giornalisti "sgraditi". Siamo d'accordo, la critica preconcetta e strumentalizzata è fastidiosa, ma crediamo sia giunto il momento di ristabilire l'ordine esatto delle cose. Se è vero che il club rossoblu punta a una pronta risalita in Serie C, tutti gli sforzi devono essere concentrati sul campo e sulle 34 battaglie che il gruppo guidato da Francesco Cozza dovrà affrontare. Sembra che Bongiovanni e Zelatore non sappiano vivere senza trovarsi un nemico da combattere: oggi è Studio 100 TV, Gianni Sebastio in particolare, domani potrebbe toccare a noi di Blunote o a qualche altro collega. L'importante è fare la guerra. L'impressione è che l'attuale proprietà provi una certa goduria nell'essere impopolare, nel farsi apprezzare da pochi e non dalla maggior parte. Si muovono come degli elefanti in un negozio di cristallo, sbagliando sempre modalità e tempi delle uscite. Oggi, a Taranto, si parla di tutto meno che di calcio giocato. Mancano solo poche ore all'inizio della nuova stagione, eppure della squadra allenata da Ciccio Cozza non sappiamo nulla di nulla: bocche cucite, stadio blindato. Tra la squadra e la città è stato eretto un muro inutile quando bisognerebbe provare a ricreare un minimo di entusiasmo. In nome di un silenzio stampa inspiegabile, figlio di una sconfitta ai rigori in coppa Italia (ma non era inutile?), non sapremo mai come lo stesso Cozza stia vivendo la vigilia della sfida inaugurale con l'Aversa Normanna. Col tecnico avremmo voluto parlare di formazione, delle condizioni fisiche di Marian Galdean, dei ballottaggi in attacco e tra i pali. Invece, siamo costretti a perdere del tempo per mettere in evidenza un diritto di cronaca negato a due colleghi (anche Ninni Cannella di CosmopolisMedia oltre a Gianni Sebastio). Zelatore e Bongiovanni, ma un clima da anti calcio come quello che avete creato a chi giova? Non di certo a voi. Quale beneficio pensate di trarre negando l'accesso a due cronisti? Dove credete possa portarvi questo atteggiamento ostile? Il vostro modo di gestire è sempre più discutibile: lo avete pagato a caro prezzo perdendo sul campo una Lega Pro acquistata a tavolino sperperando un entusiasmo preziosissimo. E allora, avendo cominciato con una domanda chiudiamo con un'altra domanda: se sbagliare è umano, imparerete mai dai tanti errori che commettete?

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