Martina Franca: Il 7 e 8 marzo, laboratorio tra teatro, poesia e fotografia
"Il corpo è una folla spaventata" in cui ci muoveremo nella meraviglia della scoperta. L'arte non chiede obiettivi e non siamo qui a proporveli. Entreremo nel denso significato dello stare fermi come pratica che porta ad una riappropriazione di sè, ad un nuovo peso e consapevolezza. Due giorni di sperimentazione e ascolto di noi stessi e dell'altro. Il workshop si terrà nel weekend presso Officine urbane Underground (Villa Carmine). Posti limitati. Iscrizioni aperte fino al 4 Marzo, sconto del 15% entro il 15 Febbraio. T.338793391 , [email protected]
A CHI E' RIVOLTO Aperto a TUTTI. Non sono necessarie strumentazioni particolari o esperienze pregresse.
PROGRAMMA
TEATRO “Il corpo è una folla spaventata" Monica Angrisani
- Una parte del lavoro sarà dedicata al riscaldamento/allenamento, lavoreremo sull’equilibrio, sul contatto, cercare il contatto o respingerlo, tra due corpi o con lo spazio e le sue superfici, ascolteremo il ritmo di un corpo fermo e l’assenza di questo in un corpo in movimento.
- Un’altra parte sarà invece dedicata alla composizione fisica e/o verbale, piccoli momenti di improvvisazione e di osservazione sul proprio e l’altrui stare. Le due fasi non vanno intese come un primo e un secondo tempo, al contrario, l’una ci porterà all’altra e viceversa.
FOTOGRAFIA
Fotografare é un atto corporale.
"La nostra fotografia ci fa paura. La nostra fotografia la adoriamo. Quanto siamo belli. Quanto siamo brutti. Giovani o vecchi. Oddio quelle rughe. Oddio come sono sexy. Guardate come sono felice. Guardate quanto ci amiamo. Quanto soffriamo." Siamo convinti di sapere tutto dell'immagine che ci ritrae. TUTTO di noi stessi. Tutto della persona che ci mostra la sua foto. Perché non iniziare a ipotizzare di non sapere. Di NON ESSERE. NON CORRISPONDERE. Di ritrovarci sull'altalena. E di dondolarci e poi stare fermi. L'immagine fotografica allude, delude, falsifica. Cosa fa la differenza? La consapevolezza del pensiero, del corpo e del respiro. Lavoreremo sull'"imago". Come l’io si costituisce? Lacan forgia lo stadio dello specchio per rendere conto del rapporto tra il bambino e la sua immagine, che, pur essendo la sua, è anche quella di un altro.,Di che è costituito questo io? Lungi dal fare dell’io l’elemento unificante e unificato, Lacan rivela che l’io non è che un’accozzaglia di identificazioni immaginarie.