IMPIANTISTICA: Amatori Rugby e c. pronte a trasferirsi in provincia
I ritardi per la realizzazione del campo a Taranto sono inaccettabili. L'ultima soluzione: un incontro con il sindaco aperto alla stampa
La conferenza stampa di questa mattina al Coni provinciale
“Ci sentiamo presi per il c...”. Non usa mezzi termini Franco Villani, storico allenatore dell'Amatori Rugby Taranto, per spiegare lo stato d'animo del movimento della palla ovale jonica.
Un movimento che da oltre quarant'anni attende la realizzazione di un proprio campo e che negli ultimi mesi è passato dall'entusiasmo per vedere ormai realizzato un progetto che sembrava ormai realizzabile, allo sconforto dell'ennesimo rinvio e, chissà del definitivo tramonto del sogno.
Oggi Villani, assieme a dirigenti e giocatori di due delle tre società tarantine, hanno illustrato in conferenza stampa l'attuale situazione della vicenda, ormai da definire grottesca.
Grottesca perché, alle puntuali richieste di aggiornamenti sullo stato delle cose, i dirigenti del ruby tarantino si sentono sempre rispondere con nuove promesse di imminente avvio dei lavori manifestate dai componenti della Giunta Stefàno.
NULLA È CAMBIATO. Rispetto al precedente incontro con la stampa, datato 27 luglio, sempre alla sede provinciale del Coni, le cose non sono cambiate, anzi. Si sono aggiunti infatti ulteriori impegni, da parte dell'assessore Cosa in particolare, ma fatti niente. “L'ultima promessa sull'inizio dei lavori da parte dell'Amiu era per questa questa settimana. Ed invece ancora niente. Ed ormai temo che, passato il Natale, non si farà più nulla”. È amareggiato Antonio Minelli, altra storica figura della palla ovale. Ha già vissuto trent'anni fa analoga situazione. Stavolta c'è l'aggravante i soldi c'erano e tanti: “Abbiamo ancora una volta coinvolto la Federazione Rugby, attraverso il presidente regionale Orazio Menga, il quale era riuscito a convincere la Fir nazionale a finanziare due progetti di realizzazione di impianti in Puglia. La Federazione non riesce a credere come mai il Comune di Taranto non voglia sfruttare questa opportunità. Facciamo fatica pure noi a spiegarlo – continua Minelli, che è anche delegato provinciale Fir – ed intanto i soldi per i due campi in Puglia andranno a finire in altri due Comuni...”.
PIANO B. Minelli ha parlato a nome di un movimento che, nonostante le difficoltà logistiche e dunque finanziarie (“Affittare campi privati è un sacrificio enorme, anche perché non chiediamo rette mensili”), riesce a produrre eccellenze, come Francesco Rossi, passato quest'anno a L'Aquila Rugby in Eccellenza (la serie A italiana), Careri e Motolese, altri due prodotti del vivaio che stanno crescendo all'Accademia federale di Benevento, l'arbitro Dante d'Elia, che sta dirigendo in serie B. “Ormai siamo dell'idea che lo sport sia utilizzato solo come distintivo da esibire sotto le elezioni - aggiunge Minelli - . Lo scoramento è tale che probabilmente il rugby sparirà da Taranto: Abbiamo 'piano B', il trasferimento in una città della provincia, dove abbiamo già qualche buon contatto. E cambieremo denominazione alla società”.
Villani spiega la … presa per i fondelli: “Avremmo voluto che questa conferenza stampa fosse celebrativa, per annunciare che i 150 mila euro del Piano triennale delle Opere sono pronti per essere spesi, invece è una conferenza... commemorativa. Notiamo mancanza di rispetto nei confronti di un movimento che, in fine dei conti, svolge un'azione sociale, perché contribuisce a mettere su un campo sportivo ragazzi provenienti da quartieri difficili, a dare loro delle regole, oittenendo importanti risultati, come ci attestano insegnanti e familiari”.
Il tecnico va giù duro: “Non sopportiamo questa scarsa attenzione: gli assessori ed il sindaco trovano sempre tempo per risolvere i problemi del calcio, per consegnare strutture pubbliche ai privati. Invece, per chi ha un movimento di 300 tesserati, entrando nelle scuole e svolgendo una vera azione sociale a titolo gratuito, non c'è la stessa attenzione”.
Il giovane presidente dell'Amatori, Ivan Zaccaria, è altrettanto pesante: “È una situazione paradossale. Finanziamento agevolato, contributo a fondo perduto della Fir, progetto gratuito pronto: ogni tassello portava ad una soluzione del problema ed invece, per inerzia, negligenza o peggio malafede, il Comune si è fatto sfuggire un'occasione storica. E il pensiero che si voglia poi affidare ai privati l'intero patrimonio delle strutture sportive esistenti mi fa rabbrividire”.
TESTIMONIANZE. A supportare gli amici del rugby Salvatore Lomartire, presidente della Fidal che in questi mesi sta vivendo una situazione simile: “Ancora ci chiediamo come mai la Salinella non sia più riconosciuta zona degradata. L'Ufficio Tecnico del Comune ha citato l'Istat edi suoi i nuovi paramentri, noi sappiamo soltanto che si è persa l'occasione di sfruttare un importante finanziamento”.
Il delegato provinciale Fick, Nicola Mancini, ingegnere ex rugbista e autore del progetto (gratutito) di realizzazione dei campi di rugby (ma anche di baseball e football americano, nella stessa area), ha ricordato “le nottate perse per preparare il progetto, stando dietro ad ogni cambiamento di rotta del Comune, che individuava ogni tanto nuove aree a Paolo VI e ai Tamburi”.
Il progetto del campo di rugby messo a disposizione gratuitamente dall'ing. Mancini
Molto eloquenti le parole del delegato provinciale Coni, Giuseppe Graniglia: “Sono mortificato per ciò che sta succedendo. Non manca occasione, l'ultima durante l'insediamento della Consulta comunale dello Sport, da parte del Coni provinciale di richiamare l'ente comunale ad una maggiore attenzione nei confronti dell'impiantistica. Ricevo solo impegni generici. Non so più cosa fare”.
INCONTRO. Un suggerimento al delegato dell'ente rappresentativo per eccellenza dello sport è arrivato dagli stessi dirigenti: la richiesta di un incontro urgente al sindaco, aperto alla stampa, perché si faccia luce una volta per tutte sul problema impianti in città e sulle soluzioni da adottare.
Basterà? Secondo il nostro parere, sono ormai maturi i tempi per una manifestazione di protesta sotto Palazzo di Città, con risonanza nazionale. Perché una “vertenza Taranto”, a questo punto, andrebbe aperta anche per il delicato settore dello sport.