TARANTO: C'erano una volta... Nicola Di Bitonto

TARANTO
Vincenzo Corallo
04.09.2016 10:59

E' l'estate del 2001 quando arriva a Taranto l'esperto portiere Nicola Dibitonto. L'estremo difensore arrivato direttamente dalla Viterbese, in tre stagioni con la casacca rossoblù, collezionerà ben 88 presenze diventando uno dei portieri più forti degli ultimi 25 anni di storia del club. Reattività ed agilità solo le qualità del portierone  barlettano che ben presto entrerà nelle grazie dei supporters rossoblù. 

- Ciao Nicola, tre anni passati in riva allo Ionio, cosa ha significato per te l'esperienza vissuta a Taranto? Raccontaci i ricordi più belli che hai della città e dei magnifici tifosi rossoblù.
"E' davvero impossibile dimenticare la mia esperienza a Taranto, una piazza pazzesca che ti gratifica come calciatore facendoti sentire davvero importante. La città ed il mare erano davvero qualcosa di stupendo, nel tempo libero adoravo passeggiare sul lungomare e fare lunghe gite in località San Vito. Mi piaceva tantissimo la cucina a base di pesce di alcuni ristorantini collocati in città, sapori unici di una città unica nel suo genere. I tifosi rossoblù erano l'autentico dodicesimo uomo in campo, la loro passione ed il loro supporto alla squadra erano qualcosa di commovente". 

- La tua prima stagione con la casacca rossoblù è stata senza dubbio quella più importante, il Taranto era un autentica corazzata che sfiorò la serie B arrivando secondo nella regular season e perdendo la finale Play Off a vantaggio del Catania. Tornando indietro negli anni, che ricordi hai di quella squadra e di quel finale di stagione che suscitò molte perplessità tra i tifosi ionici?
"Sicuramente il primo anno è stato quello più importante e più bello tra i tre vissuti in riva allo ionio, ricordo che in campionato partimmo maluccio, e dopo qualche risultato negativo ci fu l'avvicendamento in panchina con  Simonelli che prese il posto di Capuano. Quella squadra era composta da gente veramente forte: Triuzzi , Cariello, Galeoto, Siroti, Riganò, Monza, Cazzarò, Andrisani, eravamo un grande gruppo ed il tasso qualitativo della squadra era davvero molto alto. Quella finale è stata molto sfortunata, non riuscimmo a conquistare la  B dopo una stagione vissuta da protagonisti. Dispiace tanto per i tifosi che meritavano indubbiamente il salto di categoria".

- Dopo la serie B mancata nella stagione 2001-2002, l'anno successivo rimani a Taranto in un clima rovente dettato dall'imminente crisi societaria che colpì inevitabilmente la squadra e tutto l'ambiente. Come ti spieghi che la società non volle dare seguito a quel ciclo che si sarebbe potuto concludere con la tanto agognata promozione in B?
"La crisi societaria fu una conseguenza di quella maledetta finale persa, nei miei 2 anni successivi a Taranto lo sgomento prese il sopravvento, passammo dal grandissimo entusiasmo di tutto l'ambiente ad un clima surreale che fu il preludio alla retrocessione del Taranto nella stagione 2003-2004. I tifosi rossoblù finirono inevitabilmente con l'allontanarsi dalla squadra, che distratta dalle beghe societarie e dalla dura contestazione della tifoseria nei confronti della società, non riuscì ad evitare una tristissima retrocessione in C2".

- Insieme a Spagnulo e Bremec, possiamo dire tranquillamente che sei stato uno dei portieri più forti che il Taranto abbia avuto negli ultimi 25 anni. Per fare bene in una piazza calorosa ed esigente come quella tarantina, che qualità importanti deve necessariamente dimostrare un calciatore?
"Essere annoverato come uno dei migliori portieri della storia del club mi lusinga tantissimo, giocare a calcio in una piazza esigente e passionale come quella di Taranto, comporta un dispendio di energie psico-fisiche non indifferente. Tutto questo ovviamente ti motiva a tal punto da triplicare l'impegno e dare il 100% per la maglia che indossi. Credo che le doti migliori di un calciatore che ha la fortuna di giocare in una piazza con queste peculiarità siano le seguenti: sacrificio, determinazione e rispetto per la maglia. Per quanto riguarda il mio ruolo, credo che un portiere che si appresta a giocare allo Iavocone, debba obbligatoriamente disporre di freddezza e personalità".

- Dopo un inferno durato 4 lunghi anni, il Taranto è ritornato finalmente finalmente tra i professionisti. La stagione che è appena iniziata promette scintille, molte piazze che compongono il girone C della prossima Lega Pro, sono decisamente di categoria superiore. Con le 10 mila presenze della prima gara interna allo Iacovone con il Matera, pare che sia scoppiato nuovamente l'entusiasmo tra i sostenitori rossoblù. Come lo analizzi questo girone C che assume contorni di un’autentica B2?
"Finalmente il Taranto è tornato tra i professionisti, vederlo annaspare in serie D era davvero un delitto. La prossima stagione sarà un banco di prova importante per tutto l'ambiente, credo che alla fine la società verrà ripagata dei sacrifici fatti per garantire il ripescaggio, ottenendo una salvezza tranquilla. Il pubblico dello Iacovone non lo scopro di certo io, è quella componente in più che alle volte ti permette di ottenere risultati che magari in quel frangente di partita sembrano impossibili da ottenere. La marea rossoblù è una bomba ad orologeria, pronta ad esplodere trasmettendo alla squadra tutto quel calore che solo la piazza di Taranto è capace di trasmettere. Le mie favorite per la vittoria finale sono: Lecce, Matera, Catania e Juve Stabia. Credo però che ne vedremo delle belle considerando che sarà un campionato lungo e faticoso". 

- Di cosa si occupa oggi Nicola Dibitonto? Grazie mille per la tua disponibilità e come sempre ti chiedo di fare un saluto a tutti i tifosi del Taranto assidui lettori di blunote. 
"Lavoro nello staff tecnico del Foggia, ho intrapreso questo lungo percorso 5 anni fa, quando i satanelli finirono in serie D. Auguro a tutti i tifosi rossoblù una stagione ricca di soddisfazioni , affinchè possano essere ripagati per l'amore sviscerato che nutrono nei confronti della maglia del Taranto. Colgo l'occasione per mandare un saluto affettuoso a tutti i lettori di blunote".

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