Quaresima in anticipo per il nostro Taranto dei miracoli
Da La Cozzetta dello Sport: il calcio preso con leggerezza
(di Carmine Caputo) Comincia in anticipo la quaresima del Taranto che porta a casa la peggior partita nel punteggio e nel gioco dall’inizio del campionato, confermandosi squadra dei miracoli: Fidelis Andria va’, alzati e cammina.
Il mio professore del liceo quando un compito andava molto male diceva: oggi hai preso San Cataldo (3, come il gesto delle mani della statua del Santo). Oggi cari amici tifosi del Taranto abbiamo preso San Cataldo: e meno male che il silenzio stampa ci ha risparmiato certe stucchevoli dichiarazioni autoassolutorie, che avrebbero attribuito le responsabilità al terreno di gioco, agli infortuni, alla malasorte o a Saturno contro.
Niente drammi però: l’attualità ci ricorda che sono ben altre le tragedie per cui disperarsi. Il calcio è un gioco e conviene sorriderne anche quando si rimediano tre pappine: questa è la filosofia della Cozzetta dello Sport, se a qualcuno non piace, mica è obbligatorio leggerla.
Sempre forza Taranto, è il momento di stringere i denti, stringersi intorno a squadra, dirigenza e allenatore e già che ci siamo stringere qualcosa di ferro (ma anche altri gesti apotropaici meno raffinati sono doverosi) vista la classifica. A proposito del mister, che non ringrazieremo mai abbastanza per quello che ci ha regalato l’anno scorso, il giorno in cui al corso di Coverciano hanno spiegato il 442, il 352 o il 532 era evidentemente assente giustificato, ma chissà che non possa farsi prestare le dispense da un collega.
Chiorra: “dai, dai, dai, stappa un Chiorrino” è ormai lo slogan di attaccanti in crisi che contro l’Inamovibile riscoprono il gusto del gol. Anche oggi tre tiri in porta, tre reti: e passino pure le prime due, ma il modo in cui ha piazzato la barriera sul terzo gol dimostra che non solo il ragazzo forse non ha l’esperienza necessaria per la terza serie, ma che anche a Subbuteo non deve essere poi questo granché.
Versienti: uno riguarda più volte le riprese del primo gol e si chiede: ma dove diavolo è finito il terzino destro? E dov’era quando abbiamo preso gol col Campobasso, che ha combinato sul rigore per il Monterosi, chi doveva marcare Firenze contro la Paganese? L’elenco potrebbe continuare, ma non è questo il punto. Il fatto è che uno dei migliori centrocampisti esterni della passata stagione per grinta, continuità e carisma è stato trasformato in un terzino destro con la tenuta difensiva di una chiacchiera fritta di Carnevale. Per fortuna il mister nel secondo tempo se n’è accorto, perché il giovane ha talento ma se giochi con il cavallo come se fosse un pedone, poi non puoi lamentarti se ti fanno scacco.
Turi: l’unica buona notizia della giornata è che un terzino destro ce l’abbiamo ed è pure buono, perché il diesse i giocatori li procura, se poi restano in panchina non è colpa sua. Peccato solo che Montervino non possa indossare i tacchetti e scendere in campo: a 44 anni, secondo me, insegnerebbe a stare in campo a certi giovani che si muovono con la stessa lucidità di chi cerca la propria auto in parcheggio dopo due ore di spesa.
Ferrara: la Fidelis ha campo libero sulla destra, dove la coppia Versienti-Pacilli sostituisce Freddy Krueger e Jason nelle coppie più spaventose della storia per i tifosi del Taranto, per cui dalle sue parti, nella mezz’ora in cui gioca, si vede meno. Speriamo che l’infortunio non sia grave (com’era quella storia che si fanno male per colpa del terreno dello Iacovone?).
De Maria: più che agire si agita, e l’intesa con il compagno di fascia Giovinco latita (ma i due si conoscono? Li hanno presentati? Lo sanno che giocano insieme?). Certo che confrontato agli altri juniores è da Champions League.
Labriola: schierarlo titolare al posto di Civilleri dovrebbe essere un reato punibile con la reclusione da sei mesi a tre anni (con l’aggravante per la recidiva). In attacco ci proverebbe pure, ma è molto, molto, molto leggero in fase difensiva, scompare all’orizzonte come la carta dei famosi dieci piani di morbidezza.
Benassai e Riccardi: tutti e due hanno lavorato in smart working, visto che gli avevano detto che la Fidelis non vinceva da novembre. Praticamente non sono scesi in campo, ma purtroppo lavorare da remoto per i calciatori non sempre si rivela efficace.
Marsili: nel primo tempo si mangia il gol del pareggio, deve essergli andato di traverso perché per tutto il secondo tempo si muove come uno che non ha digerito tanto bene.
Civilleri: l’ultimo ad arrendersi, gioca con il coltello tra i denti, ma è quello dei ristoranti che non serve nemmeno a sbucciare una mela.
Giovinco: vederlo così defilato e lontano dalla porta, per chi ama il calcio, fa male al cuore più del colesterolo. Oggi il suo compito sembrerebbe quello di cercare la fascia per i cross per Santarpia (?), a quel punto tanto vale chiedere a Chiorra di segnare di testa. Si capisce poi se le sue motivazioni sono tali dopo la partita il suo completo non va messo nemmeno a lavare, tanto è praticamente intonso.
Di Gennaro: l’intelligenza tattica del giocatore, oltre alle qualità tecniche, è superiore alla media: nel primo tempo capisce che al Taranto manca un centroavanti e per poco non trova il gol in un paio di occasioni in cui si muove come un attaccante nato. Ma proprio perché è uno intelligente, nel secondo tempo lascia perdere, che non vale nemmeno la pena correre per una squadra che sembra un flash mob di sconosciuti che si sono dati appuntamento per un aperitivo.
Santarpia: la vittima sacrificale di un modulo inadatto a questi uomini, eppure riproposto con pervicacia. Gli manca solo l’autogol, poi la partita da dimenticare sarebbe stata perfetta. Provare ad aprire le difese avversarie con Santarpia centravanti è come provare ad aprire la porta di casa infilando il dito mignolo nella serratura. Inutile, è alla fine ti fai pure male, vedi l’espulsione figlia della frustrazione. È lo stesso ragazzo talentuoso che ci ha portati in serie C contro il Lavello e che ha segnato all’andata: ah già ma in entrambe le occasioni giocava da seconda punta.
Pacilli: c’è un film divertente con Bill Murray, “Ricomincio da capo”, in cui il protagonista rivive sempre la stessa giornata. Per Pacilli è lo stesso: stessa posizione in campo tutte le volte, stessi movimenti, stessi errori. Solo che nel film il protagonista impara e modifica i suoi comportamenti. Il povero Pacilli invece è sempre lì a saltare l’uomo, solo che è talmente lontano dalla porta che dovrebbe saltarne altri otto per concludere, e infatti…
Sempre forza Taranto. Noi tifosi ci crediamo, bisogna però che ci crediate voi, ragazzi.