Consegnata la Carta del Mar Piccolo al commissario Uricchio
Università, cittadini e istituzioni insieme per un nuovo modello di governance ambientale condivisa

È stata consegnata il 4 aprile nella Prefettura di Taranto la Carta del Mar Piccolo, documento programmatico e partecipativo ideato dal Dipartimento Jonico dell’Università di Bari e consegnato ufficialmente al commissario straordinario per le bonifiche Vito Felice Uricchio. All’evento hanno partecipato il direttore del dipartimento Paolo Pardolesi, i referenti scientifici del progetto Maria Casola e Nicola Fortunato, insieme a rappresentanti di associazioni, enti locali, stakeholder e cittadini che hanno preso parte al percorso partecipativo.
La Carta nasce da quattro incontri pubblici tenuti tra giugno e novembre, durante i quali sono stati affrontati temi legati ad agricoltura, pesca, turismo sostenibile, strategie urbanistiche e valorizzazione del patrimonio culturale. Il documento si fonda su sette princìpi ispiratori e definisce priorità come la bonifica delle acque, la tutela della biodiversità, la rigenerazione delle coste, la valorizzazione di pratiche produttive sostenibili, l’educazione ambientale, la gestione dei conflitti territoriali, il monitoraggio partecipato e lo sviluppo del turismo culturale ed ecologico.
«La Carta del Mar Piccolo rappresenta una piattaforma di proposte e un segnale forte di responsabilità condivisa», ha dichiarato Vito Uricchio durante la conferenza stampa. «Rigenerare un ecosistema complesso come il Mar Piccolo richiede ascolto, metodo e visione. Questo documento sarà per noi un punto di riferimento cruciale».
Il prof. Paolo Pardolesi ha sottolineato l'impegno del Dipartimento Jonico nel promuovere cross innovation e cross fertilization, definendo la Carta un risultato tangibile di un approccio che vuole fare dell’università un hub culturale per la rigenerazione del territorio.
Secondo la prof.ssa Maria Casola, si tratta di «un patto territoriale e di comunità, frutto di un processo partecipativo profondo», mentre per il prof. Nicola Fortunato, il documento «identifica aree strategiche come la valorizzazione della mitilicoltura, la pesca artigianale e un turismo educativo e sostenibile».
Il prof. Angelo Tursi di Conisma ha infine ribadito la necessità di definire con precisione gli obiettivi, individuando per ciascuno una metodologia efficace e compatibile con l’ambiente.
Il documento, ispirato ai valori della giustizia ambientale, della responsabilità intergenerazionale e dell’approccio One Health, rimarrà aperto all’adesione di nuovi soggetti pubblici e privati che intendano contribuire al processo di cura collettiva del Mar Piccolo. «Non è solo un documento, ma un impegno condiviso per il futuro di un ecosistema fragile e prezioso», hanno concluso Casola e Fortunato.