Botanica tra Medioevo ed Età Moderna: viaggio tra storia, cultura e biodiversità
A Taranto il 24 gennaio 2025, alle 16:30, presso il Circolo Ufficiali
Taranto si prepara a un evento imperdibile per gli appassionati di botanica, storia e letteratura: il 24 gennaio 2025, alle 16:30, il Circolo Ufficiali ospiterà l’incontro intitolato “La Botanica tra Medioevo ed Età Moderna”, un appuntamento che unisce scienza, arte e tradizione.
Con il suggestivo invito tratto da Leonardo Da Vinci, “E venite o omini a vedere i miracoli che per questi tali studi si scopre nella natura”, l’evento propone un’immersione nel mondo della botanica storica, esplorando come le conoscenze delle piante abbiano influenzato la cultura e la scienza nel corso dei secoli.
A introdurre l’incontro saranno Titti Giacovelli e Mina Chirico, mentre gli interventi principali promettono di offrire uno sguardo affascinante su tematiche diverse ma complementari:
Eleonora Matarrese parlerà delle “erbe pugliesi tra Longobardi e Bizantini” e del loro possibile legame con il celebre e misterioso manoscritto Voynich, un enigma storico che da secoli cattura l’attenzione di studiosi e curiosi.
Josè Minervini proporrà un’analisi originale dal titolo “Così dentro una nuvola di fior…” esplorando le metafore e le allegorie floreali nella Divina Commedia di Dante, svelando il significato simbolico delle piante nel capolavoro letterario.
Maria Luisa Quintabà, infine, illustrerà “Il ruolo di A.Di.P.A. per la biodiversità pugliese”, sottolineando l’importanza di preservare il ricco patrimonio botanico della regione e promuovere una cultura di sostenibilità.
L’evento è un’occasione per riscoprire il legame profondo tra uomo e natura, in un viaggio che attraversa epoche e discipline, dal Medioevo alla modernità. La scelta di Taranto come sede dell’incontro aggiunge ulteriore valore, poiché la città e il suo territorio rappresentano un crocevia di storia e biodiversità.
Tra scienza e magia: il mistero delle piante e del manoscritto Voynich
Fin dall’antichità, l’uomo ha instaurato un legame profondo con il mondo vegetale, osservandolo, studiandolo e utilizzandolo sia per scopi terapeutici che artistici. Durante il Medioevo, la cultura farmacologica e fitoterapica trovò il suo massimo sviluppo nella Scuola Salernitana, il principale centro europeo di studi medici. Tuttavia, è con il Rinascimento che gli erboristi vissero la loro “età dell’oro”. Le esplorazioni e la scoperta di nuove terre permisero l’ampliamento delle conoscenze sulle piante officinali, impiegate da medici, speziali e, talvolta, da donne esperte in proprietà curative. Proprio queste ultime, custodi di antichi saperi, venivano spesso accusate di stregoneria.
Parallelamente, si diffusero anche gli “erbari alchemici”, opere intrise di magia e alchimia, dove le piante erano rappresentate non solo realisticamente, ma anche in modo fantastico, con figure di mani, volti e creature immaginarie. Questi disegni riflettono credenze che intrecciavano scienza e magia, creando un mondo simbolico ricco di mistero.
Un enigma che incarna questa fusione è il manoscritto Beinecke 408, noto come Voynich, conservato nella Biblioteca dell’Università di Yale. Questo codice, dal contenuto indecifrabile, ha attraversato secoli e destini straordinari, coinvolgendo studiosi e personaggi illustri, inclusi alcuni italiani, senza mai rivelare i suoi segreti.
È un trattato di botanica o astrologia? Un formulario alchemico o un manuale di agronomia? Un’opera di un falsario o di un geniale erborista? Scritto in un codice crittografico mai decifrato, il manoscritto Voynich resta un rompicapo, affascinante e irrisolto, sospeso tra scienza e magia.