Teatro: ‘Easy to remember’ sabato 15 dicembre al TaTÀ di Taranto
Voci femminili sepolte, sovrapposte, infrante. Per la nona stagione di “Periferie”, sabato 15 dicembre, alle ore 21 al TaTÀ di Taranto, in via Deledda al quartiere Tamburi, va in scena “Easy to remember”, drammaturgia ricci/forte, regia Stefano Ricci, con Anna Gualdo e Liliana Laera, movimenti Piersten Leirom, assistente regia Ramona Genna, direzione tecnica Danilo Quattrociocchi, suono Andrea Cera, voce registrata Anna Terio, ricerca iconografica StéphanePisani, produzione ricci/forte. Durata 60 minuti. Biglietto 13 euro, ridotto 10 euro. Info e prenotazioni 099.4725780 - 366.3473430.
Nella lunga vertigine compositiva di Stefano Ricci e Gianni Forte, che ha attraversato mondi e materie, non poteva mancare l’incontro-scontro con il verso poetico. Dopo aver incontrato Pier Paolo Pasolini (nel 2016, “PPP ultimo inventario prima di liquidazione), ora la nuova produzione dell’inarrestabile duo creativo trae ispirazione dalla tormentata vicenda biografica della poetessa moscovita Marina Cvetaeva, per squarciare un varco di riflessione su tematiche imprescindibili quali la libertà individuale, il valore inestimabile della memoria, i così labili confini tra follia e rassicurante ragionevolezza
“Easy to remember” è una sorta di resa dei conti, senza scampo. La storia di una donna bloccata su una sedia a rotelle, e di un’altra, vestita da infermiera. La donna ricorda: evoca la letteratura, la parola, il teatro. Ma ha scordato tutto il resto. Quella donna è Marina: una vita passata dentro il teatro, ora deve fare i conti con la propria esistenza. Persa in uno spazio senza tempo, asettico, quasi ospedaliero, a confronto con l’altra, che l’accudisce, la sprona, la incalza a ricordare. Sono vittima e carnefice o una è il doppio dell’altra?
«La sfida del corpo si tramuta in parola masticata, poetica, motore della performance. Il testo è fondamentalmente una nostra lettera apocrifa che attribuiamo alla poetessa russa, con citazione dei suoi versi e degli scritti. È un varco poetico sulla libertà individuale e le catene collettive della società dei consumi. La follia è davvero una malattia o una manifestazione divina, un’espressione di libertà? E come e in nome di chi vengono tracciati gli steccati di quella discutibile libertà?», annotano Gianni Forte e Stefano Ricci.
Partitura a due voci magnificamente interpretata da Anna Gualdo e Liliana Laera, che segna un radicale cambio di passo nel percorso teatrale riccifortiano, negli ultimi anni impegnato in una audace quanto preziosa sperimentazione, ha debuttato a Udine (il 25 novembre 2017 al Teatro San Giorgio), culmine dell’intenso triennio di collaborazione stabile e scambio artistico di grande sintonia e valore tra l’ensemble ricci/forte e il CSS Teatro di Rilevanza Nazionale del Friuli Venezia Giulia.
parliamone | nel foyer, dopo lo spettacolo, la Compagnia incontra il pubblico. Modera la giornalista Marina Luzzi.