UN TARANTO INCOMPLETO E INCOMPIUTO

TARANTO
Vito Galasso
13.10.2015 00:15

La fretta fa rompere le pentole. Ne è ben consapevole il Taranto, che per colpa del suo atteggiamento frenetico sta perdendo diversi colpi. Accanto alle fulgide luci che lo ripropongono nei piani alti della classifica, si affacciano ombre dense e profonde che palesano debolezze, pigrizie e limiti. Se è vero che dopo sette giornate ci vuole un po' di equilibrio nel giudicare, il pareggio esterno con il Torrecuso ha evidenziato e confermato diversi errori commessi a priori da parte di chi ha costruito la squadra. In primis, una rosa ridotta al lumicino, senza valide alternative da schierare in campo nei momenti di difficoltà. Dal portiere agli attaccanti, nessuno è esente da critiche. Sebbene abbia appena diciotto anni, Pierluca Pizzaleo è uno dei giocatori maggiormente sotto tiro a causa delle sue insicurezze soprattutto nei tiri dalla distanza e nei calci piazzati. Purtroppo, l'estremo difensore sta facendo rimpiangere amaramente il buon Mirarco. Probabilmente si doveva cercare con maggiore oculatezza un guardapali giovane, possibilmente classe 1997. Davanti a lui non si va meglio. Il trio difensivo difetta di fragilità, distrazione, leggerezza e capacità di comando. Sarà questione di meccanismi o di uomini? Difficile dirlo, fatto sta che sono stati persi punti con la Virtus Francavilla per una défaillance di Lecce e con il Torrecuso per un retropassaggio avventato di Manganelli. Ma nemmeno D'Angelo e Pambianchi sinora hanno ben impressionato. E la scusa dell'assenza di Ibojo non regge perché non si affronta un campionato con gli uomini contati. Non a caso domenica scorsa Chiavazzo si è dovuto adattare al ruolo di centrale di difesa. Il centrocampo è terra di conquista degli Under: il solo Marsili è costretto a fare da balia a tanti ragazzini volenterosi e in cerca di gloria. Voltasio, Guardiglio e Ammirati sono giovani di prospettiva, ma non sono elementi in grado di far compiere il salto di qualità alla squadra. E bisogna addirittura pregare affinché non si facciano male in quanto in panchina non c'è un granché. Tuttavia tra le critiche più suffragate inflitte al reparto mediano spicca l'assenza di un regista, quel calciatore capace di far girare l'undici titolare. In parole povere, manca il Ciarcià di turno. L'attacco è la nota dolente da aggiungere e da non sottovalutare. Se Giuseppe Genchi è intoccabile, i compagni di reparto non spiccano per particolari velleità. Nonostante la squadra macini gioco a spron battuto, i finalizzatori stentano a svolgere alla perfezione il compito assegnato. Messi insieme Improta, Russo e Alvino hanno segnato più o meno quanto Manganelli, Pambianchi e D'Angelo, che hanno ben altri incarichi. In particolare, Improta e Russo non centrano la porta nemmeno da distanza ravvicinata. Fretta, imprecisione e scarsa condizione fisica li spingono a sbagliare continuamente. Alvino, invece, è una luce intermittente che stenta a illuminare per tutti i novanta minuti e, peggio ancora, in tutte le gare. Esposito resta un punto di domanda a cui non riusciamo a dare una risposta, per non parlare del giovanissimo Bonanno, che, nonostante le buone referenze, rimane un oggetto misterioso. 
Alla fine dei conti è naturale affermare che il gruppo di Cazzarò sia incompiuto e incompleto, non all'altezza di un campionato di vertice. Qualche ritocco qua e là sarebbe la soluzione giusta per non perdere di vista il primo posto, che, per fortuna, dista solo un punto. 

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