Decreto Caivano: Mignolo, ‘Punire e reprimere non è l’unica risposta’

Politica
10.09.2023 12:47

”Non si può pensare di risolvere la grave emergenza sociale ed educativa che emerge dai recenti e sconcertanti episodi di cronaca con misure demagogiche che, sfruttando l’onda emotiva e il naturale e diffuso sentimento di rabbia e condanna, si rivelano operazioni propagandistiche e non risolvono il problema radicalmente“. Lo dichiara Patrizia Mignolo, presidente della Commissione Consiliare Servizi dopo l’approvazione del cosiddetto decreto Caivano.

”Le misure repressive non cambiano il destino di un territorio, non offrono vere occasioni di riscatto, l'intervento penale, repressivo, deve essere l'ultima fase di un processo sociale che deve partire dalla prevenzione in famiglia, nelle scuole, nelle parrocchie e in tutti i luoghi di aggregazione socialel Occorrono misure strutturali  per fronteggiare le situazioni di degrado, disagio giovanile e vulnerabilità sociale”, aggiunge Mignolo.

“È necessario avviare progetti educativi e culturali globali, piani di sostegno educativi attraverso adeguate misure di finanziamento in supporto dei Comuni affinché questi adottino piani di welfare incisivi e globali. Poche settimane fa, il consiglio comunale di Taranto su mia proposta ha approvato una mozione che riguarda l’attuazione di un Progetto di “Educativa in Strada”, ossia interventi itineranti e di prossimità da svolgersi su tutto il territorio comunale con particolare attenzione ai quartieri e contesti maggiormente a rischio di esclusione sociale e di devianza minorile. La mozione impegna la giunta a porre in essere il servizio di “Educativa in Strada” con la costituzione di equipe itineranti di educatori e operatori di strada, con la supervisione e il supporto di pedagogisti e della nuova figura degli “psicologi on the road” già oggetto di una mozione sempre su mia proposta”, sottolinea Patrizia Mignolo.

”Sono queste le misure che vanno sostenute e finanziate adeguatamente affinché, in particolari contesti e quartieri periferici i giovani non vengano abbandonati a loro stessi e al loro destino. Vietare, punire, reprimere non è l’unica risposta per fronteggiare il corto circuito che si è innescato. Occorre coinvolgere scuola, famiglie e istituzioni e lavorare sulla prevenzione perché i giovani non si sentano isolati, abbandonati e non reagiscano in modo sbagliato. Non possiamo dimenticare che i nostri giovani sono una risorsa preziosa”, conclude Patrizia Mignolo.

Serie C/C: 2a Giornata: risultati, classifica e highlights
Taranto: schianto sulla 106, un morto e due feriti gravi